La diaspora dei fiorentini

GERMOGLI PH: 11 GIUGNO 2025 FIRENZE LAVORI STRADALI PER PUBLIACQUA SULLA VIA BOLOGNESE TRAFFICO SOSTENUTO IN VIA FAENTINA E ZONA CURE

Caro Direttore,

Non so come contraccambiare il tuo interessamento alle mie vicende e reazioni, se non ringraziandoTi con ragionamenti che abbiano un’utilità.

Quando Funaro, Giani e Co. parlano di cittadini, non parlano dei cittadini attuali, ma dei sostituti dei cittadini attuali.

Per chiarezza, Tomasi potrebbe evidenziare che bisogna specificare in ogni dibattito elettorale se si intende sostenere i cittadini attuali nel luogo in cui vivono adesso o si intende sostenere altre persone future, vicine o lontane.

Consiglio di sollecitare l’elettorato sempre a domandarsi se il cittadino della Funaro o di Giani è lui oppure no: io il dubbio ce l’ho.

La diaspora fiorentina è un fatto verificato. Quandomai non dovrebbe estendersi a tutta la provincia di Firenze o alla Toscana intera, bramato buen retiro di moltitudini ricche e anche più evolute degli attuali toscani, regrediti a livelli intellettuali così bassi da mettere in dubbio l’élite PD, la quale deve mescolarsi con la pruriginosa massa elettorale pentastellata, per preservare il potere e finalizzare la sostituzione sociale!

Io non posso dire che la mescolanza non mi piaccia: mi piace, ma con chi vuole venire a vivere qui, da qualunque luogo provenga e per qualunque motivo, con un bilanciamento responsabile tra ricchi e poveri per i principi di solidarietà costituzionali.

Non accetto che il cittadino residente venga scansato per far posto al turista, al pellegrino in transito, al rifugiato con mire oltreconfine, al migrante fiscale di convenienza senza rispetto per il territorio che gli dà convenienza.

Ma quello che penso io non ha forza se non sollecita anche le responsabilità del cittadino/elettore: quando Funaro dice che i musei devono diventare luogo di studio per i nostri ragazzi, l’ascoltatore deve prima porsi il dubbio se parla degli studenti americani degli student hotels, ma dopo deve domandarsi se veramente stesse parlando dei figli dei cittadini attuali, ma perché?

Perché i musei devono diventare luoghi di studio se ogni quartiere ha la sua biblioteca, i suoi luoghi di incontro e socialità, il suo teatro, il suo centro sportivo, il suo circolo ricreativo e, non meno importante, la sua succursale periferica proprio di un museo cittadino. Ah già!

Nel ’93, il paesino di campagna, in cui trovammo rifugio alla diaspora, non aveva una biblioteca, ora ne ha due stupende: la ibridazione serve alla lettura in virtù della teoria delle zone laterali (in questo caso: Firenze muore ma i dintorni prosperano).

Ti consiglio di chiedere i dati a Feltrinelli. Sembra che abbiano ricominciato a rubare i libri, magari è interessante anche cosa leggono i ladri.

RT

In copertina: copyright Fotocronache Germogli