La famiglia al centro, Banchi: “Una cabina di regia regionale per coordinare interventi. Basta azioni spot”

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Allo stesso tavolo si troveranno tutti gli attori che definiscono le politiche per la famiglia in Toscana. E come proposte: accesso agevolato ai servizi di prima infanzia e assegni prenatale

 

“Chi governa la nostra Regione non porta avanti una politica organica per la famiglia. Al massimo esistono frammentari interventi sporadici, alcuni non più di spot”. Lo ha detto Franco Banchi, esponente del mondo civico vicino a Tomasi e già consigliere regionale, nel corso di un’intervista. Ci vuole un’autentica rivoluzione al riguardo. Anzi, una doppia rivoluzione – ha aggiunto Banchi -: culturale che spazzi via le pesanti incrostazioni ideologiche che tengono prigioniera la sinistra e, a seguire, progettuale che faccia della famiglia il vero e proprio volano della Toscana del futuro”. La migliore azione concreta – ha spiegato Banchi – è quella di costruire sinergie su tutto ciò che riguarda gli interventi sulla famiglia. Per esempio, formando una cabina di regia regionale, istituzionalizzata, non quindi esclusivamente consultiva ed informativa a posteriori, composta da tutte quelle figure coinvolte nelle politiche per la famiglia. Ad esempio: l’assessore regionale alle politiche sociali che la presiede, gli assessori regionali competenti per le materie previste dal programma (scuola, lavoro), il dirigente della struttura della Giunta regionale competente in materia di servizi sociali, rappresentanti dei direttori dei servizi socio-sanitari delle aziende, rappresentanti dell’Associazione nazionale comuni d’Italia (ANCI Toscana), rappresentanti categorie sindacali, economiche e terzo settore, delegati degli organismi di rappresentanza delle famiglie del territorio regionale”.

Lo scopo della cabina di regia è rendere “più agevole e coordinato” il compito a tutti gli attori coinvolti nel processo decisionale. “Da un lato – ha dettagliato – questa cabina potrà elaborare una progettualità sussidiaria e non verticistica, dall’altro monitorare, verificare e valutare gli effetti prodotti ai vari livelli dagli interventi sulla famiglia”.

“Alcune regioni, compreso il già citato Veneto, propongono un vero e proprio ventaglio di interventi – ha ricordato Banchi -: quelli a favore delle famiglie fragili, oggi in aumento esponenziale; per l’accesso agevolato ai servizi della prima infanzia, anche attraverso i canali pubblici non comunali; definizione di alleanze territoriali per la famiglia, costruite intorno a reti territoriali fatte anche da forze sociali, economiche e culturali; istituzione di uno sportello per la famiglia, a cui attingere informazioni non dispersive su tutti i servizi territoriali; istituzionalizzazione di organismi di rappresentanza delle famiglie con possibilità di essere coinvolte nella valutazione di impatto familiare per orientare e prendere posizione sugli effetti delle politiche in tale ambito; la predisposizione di un assegno pre-natale con la finalità di sostenere la natalità e i nuclei familiari nel fronteggiare i costi legati alla gravidanza e le spese fondamentali nei primi mesi di vita del bambino”.

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