Tra processi che iniziano, polemiche che continuano e inclusività senza soldi. Come si avvia al termine la prima settimana di marzo a Firenze.
Lettura e commento dei giornali di oggi
Il prestito ottenuto da Alia (965 milioni di euro) non solo non risolve le problematiche della multiutility, ma riaccende anzi le polemiche: tanto il Presidente della Commissione di Controllo del Comune, Paolo Bambagioni (Lista Schmidt) come il consigliere Dimitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune) hanno fatto notare come questo «rischia di essere un gioco al rialzo che si ripercuoterà su bollette e qualità dei servizi», chiedendo una sessione straordinaria della Commissione Controllo per discutere della situazione finanziaria dell’organismo. Il PD, dal canto suo, giustifica la sua scelta e fa orecchie da mercante: ne ha parlato in dettaglio il Corriere Fiorentino. La Repubblica Firenze, invece, riporta l’iniziativa di Publiacqua per la sempreverde inclusività; più interessante l’idea di azioni a sostegno della genitorialità, della salute e del bilanciamento vita-lavoro, ma la questione dirimente (con quali soldi finanziarle) resta per ora irrisolta. Ieri, si legge in un altro trafiletto sullo stesso giornale, sono stati interrogati i tre indagati per il crollo dell’Esselunga di via Mariti avvenuto l’anno scorso: uno dei tre, il rappresentante legale della ditta RDB e datore di lavoro, ha però ottenuto il rinvio al 20 marzo per «valutare i documenti rappresentati dagli inquirenti». Su La Nazione Firenze abbiamo due esempi di come la dismissione imperante anche sul nostro territorio emerga persino nelle più piccole cose: a causa dell’impianto da riparare, ieri 250 bambini del Centro sportivo Lebowski non si sono potuti allenare e non si sa quando potranno riprendere. Le case, però, non è detto siano più confortevoli: i residenti di via Mannelli sono pronti a una class action per mettere fine ai gravi disagi causati dal rumore delle ventole del nuovo ostello-albergo (61 decibel anziché i 30 previsti dalla legge) e vedendosi logorati dalle lungaggini di risposte e inchieste. In una zona, aggiungiamo, fin troppo oberata di rumori molesti e inutili tra lavori e cantieri che si susseguono senza sosta e senza alcun conseguente e tangibile miglioramento. (JCM)