La Firenze sui giornali di sabato 1° marzo

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Come Firenze entra nel mese di marzo di questo turbolento 2025. Lettura e commento dei giornali di oggi.

 

Mancano sei mesi al fatidico appuntamento delle elezioni regionali e i cambiamenti nazionali e internazionali iniziano sempre più a farsi sentire su Firenze e sul suo tessuto sociale e politico. La città è sempre più insicura e, come si legge su Repubblica, è stato accoltellato un giovane alle slot machines in Piazza San Marco, segno che il degrado tanto declamato per le campagne elettorali non è più prerogativa soltanto delle periferie o simbolo di distinzione tra il centro “civile” e queste ultime, ma tocca ormai ogni parte della città senza distinzioni, dal centro storico alle Cascine, dove le iniziative (più propagandistiche che concrete) della giunta Funaro fanno finta di risolvere problemi che in realtà si protraggono indisturbati. Chissà se l’eventuale visita del ministro Nordio a Sollicciano, annunciata sul Corriere Fiorentino, potrà cambiare qualcosa in tal senso. Ci si lasci il beneficio del dubbio. Sicuramente la situazione non è agevolata dalla chiusura di attività che falliscono o, come nel caso dello storico banco delle Cure (chi scrive ci ha mangiato, negli anni, degli squisiti panini insalata e polpo), chiudono per il pensionamento degli storici gestori che purtroppo non hanno risolto la questione della successione. Ne parla La Nazione, e noi aggiungiamo che un’ottima arma nella lotta contro il degrado è rappresentata dalla tutela e dalla valorizzazione delle attività che contribuiscono alla vita dei quartieri, e la cultura del lavoro e dell’apprezzamento dei sacrifici di genitori e nonni è qualcosa che bisogna tornare a infondere nelle nuove generazioni, senza moralismi o biasimi ideologici che non tengono conto delle difficoltà oggettive dell’economia attuale. Allargando gli orizzonti, che nel contesto fiorentino non fa mai male, è passata fin troppo in sordina la notizia “bomba” della probabile chiusura del consolato americano a Firenze per effetto dei tagli decisi dal DOGE di Elon Musk nella seconda amministrazione Trump. Panico e sgomento hanno subito dilagato nel cuore della sindaca, che parla addirittura di “fatto gravissimo” come se per questo venissero meno i rapporti stessi tra Italia e Stati Uniti: evitasse plurali inconsulti e pensasse prima al bene dei suoi cittadini anziché a compiacere, tra consoli e turisti, l’ospite non sempre gradito. (JCM)