Piove su Firenze, ma non solo acqua: scoppia uno scandalo di droga a Sollicciano, via libera a fine vita e campagna referendaria per ius scholae.
Lettura e commento dei giornali di oggi
Come ampiamente previsto e prevedibile, l’ondata di maltempo di questi ultimi due giorni ha provocato danni e disagi alla cittadinanza: in tutta la città e provincia sono state chiuse le scuole, vietati gli accessi a parchi pubblici e cimiteri e si è imposto uno stop perfino ai mercati. Ne danno conto i quotidiani. E mentre, assieme al referendum sulla cittadinanza (vedasi il trafiletto in tema del Corriere Fiorentino), ha avuto il via libera la legge sul fine vita nonostante il ricorso, respinto, del centrodestra (ne ha informato La Repubblica Firenze), a qualcuno la vita è finita davvero tragicamente: il cadavere rinvenuto di un detenuto romano nel carcere di Sollicciano ha fatto emergere un inquietante quadro di diffuso consumo di sostanze stupefacenti nella struttura, ove arrivano addirittura tramite droni e sfruttando in generale una vigilanza a dir poco lasca. Grande è stata la copertura mediatica a ciò offerta dalle sezioni fiorentine di Nazione e Repubblica. Sullo sfondo di una situazione sociale ed economica per nulla promettente, tra i 25.000 anziani non autosufficienti del rapporto della CGIL (di cui ha parlato La Repubblica Firenze) e l’ombra dei dazi di Trump al 200% che aleggia sulla viticoltura (ne mette al corrente il Corriere Fiorentino), comincia a entrare nel vivo la campagna elettorale per le regionali, dove non tutti, nel campo della sinistra, sono concordi sulla candidatura di Giani; insufficiente la bocciatura della proposta delle primarie avanzata da Fratoianni, quivi coesistono, per ora, tre diverse posizioni al riguardo: sostenitori più o meno critici, avversari risoluti e “aventinisti” che vorrebbero rinunciare alla campagna elettorale per le troppe divergenze. Forse è parte di queste dinamiche la polemica accesasi sulla commemorazione del 50° anniversario dell’uccisione di Sergio Ramelli, a Settignano, di cui hanno parlato La Nazione Firenze e Il Tirreno: grida al “fascismo”, però, non se ne sono sentite per il lavoratore licenziato dall’Istituto Fanfani soltanto perché in disaccordo con la gestione aziendale dei carichi di lavoro sempre più insostenibili, come peraltro avvertito da molti suoi colleghi. Qui, stando a quanto riporta la sezione fiorentina de La Nazione, prosegue l’aspra battaglia tra l’azienda e il sindacato, la Filcams CGIL Firenze. (JCM)