La giunta PD evita il confronto sul “cubo nero”, il centrodestra lascia l’aula. Bambagioni: “E’ il business che comanda”

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Sul “cubo nero”, il centrodestra lascia l’aula, mentre la sinistra corre in soccorso del PD. Bambagioni (Lista Schmidt) denuncia la “violenza urbanistica” e accusa la giunta di fuggire dal confronto

 

Durante il Consiglio comunale di ieri, quello che doveva essere il ritorno alla normale attività post-estiva si è trasformato in un nuovo momento di scontro frontale tra maggioranza e opposizione, con al centro la questione del “cubo nero” all’ex Comunale. Il centrodestra aveva preparato una richiesta per discutere in questa prima seduta la questione, così centrale nella cronaca cittadina delle ultime settimane, ma la maggioranza ha respinto la richiesta, mentre sia la sindaca Funaro, sia l’assessore all’Urbanistica Andrea Giorgio non si sono neanche presentati in aula.

“Ovviamente la maggioranza di fronte alla nostra richiesta ha respinto tutto e ha detto che non era quello il momento”, ha spiegato il consigliere di Lista Schmidt Paolo Bambagioni in un video diffuso sui social, in cui accusa la maggioranza di continuare a voler ignorare una vicenda che rappresenta “una violenza all’urbanistica della città”.

Da qui la decisione dei consiglieri di centrodestra di abbandonare l’aula, e organizzare una conferenza stampa fuori dal salone dei Duecento. Bambagioni ha poi rincarato la dose: “Chi fa il sindaco una città, specialmente di una città bella e importante come Firenze, dovrebbe essere il custode della sua bellezza e di quello che gli antenati ci hanno tramandato. Ogni violazione, direi ogni violenza che viene fatta a questa città dovrebbe essere evitata grazie al fido scudiero di noi cittadini, che dovrebbe essere proprio il sindaco. Invece abbiamo assistito a Nardella che si è tirato fuori, e quindi non ha capito che cosa significa fare il sindaco. Ha capito che significa fare carriera politica all’interno di un partito in cui meno si discute e meno responsabilità si prendono, meglio è – e infatti sta diventando un leader nazionale, ma non ha capito che voler bene a una città significa difenderla e stare accanto ai propri cittadini. Renzi, dal canto suo, ha buttato la colpa su Nardella, però credo sia anche lui uno dei responsabili di questa nefandezza”.

Per il consigliere, la costruzione del cubo sopra l’ex Teatro Comunale “è un colpo allo stomaco. Hanno tolto il teatro per farne appartamenti di lusso, per far guadagnare alcuni privati. Come sempre, sono i soldi che comandano sulle istituzioni”. Bambagioni ha concluso con un messaggio rivolto ai cittadini: “Meditate, fra poco si voterà, anche se per le Regionali, ma il sistema di gestire la cosa pubblica è il medesimo. È la 36esima volta che a Firenze si trasforma un volume a favore degli appartamenti di lusso, mentre si fa la guerra ai piccoli che affittano le seconde case. Questa è l’ipocrisia di chi ci governa”.

L’opposizione tutta ha accusato la maggioranza di inadeguatezza e di incapacità di affrontare il confronto nella sede deputata: “Ignorare il caso del cubo bianco e nero che svetta dall’ex Teatro Comunale rasenta l’assurdo”, ha dichiarato il senatore Paolo Marcheschi. A sorprendere è stato anche l’atteggiamento di Sinistra Progetto Comune e del M5S, che hanno votato contro l’inserimento della discussione sul cubo nero all’ordine del giorno, permettendo così al Partito Democratico di guadagnare tempo. L’aula ha invece approvato una mozione, dal valore più simbolico che effettivo, per la rottura dei rapporti con il governo di Israele, scatenando ulteriore polemica: “Una mozione il cui esito risulterà nullo, nella constatazione che un Consiglio comunale non ha rapporti con uno stato straniero e che l’amministrazione non ha relazioni economiche con Israele. Così il Partito democratico ha guadagnato tempo allontanando una discussione pubblica che metterebbe in difficoltà la giunta attuale e anche quella precedente. All’estrema sinistra e al MoVimento 5 Stelle che siede nel salone dei Dugento il piacere di sventolare la bandierina palestinese, che non serve a nulla, ma li fa felici”, ha scritto Nicola Novelli in un suo editoriale.

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