A Firenze l’opposizione, o perlomeno una sua parte, va già preparandosi per l’appuntamento del 2029, contando segretamente di anticiparlo.
È così che la Lista Schmidt ha accolto nelle sue file il consigliere del Quartiere 5 Alvaro Ringressi, medico, di orientamento cattolico. Nel suo intervento di presentazione alla prima conferenza stampa di ieri in Comune, egli ha infatti messo al centro la sacralità – e la dignità – della vita non solo al suo inizio e alla sua fine, ma in tutto il lungo percorso che congiunge le due fasi. Nei giorni scorsi, Ringressi ha anche scritto un dettagliato contributo per noi. Partendo dagli stessi principi, ha espresso sostegno al papabile candidato del centrodestra, Alessandro Tomasi, definendolo «un buon padre di famiglia» (altro tema centrale nella sua riflessione). Più battagliera e assertiva la seconda conferenza stampa, laddove è emerso che centinaia – ben 160 –, come ha riferito La Firenze che vorrei, sono le interrogazioni senza risposta da parte della giunta comunale: sono ben 47 su 58 quelle della Lista Schmidt rimaste lettera morta; addirittura di più quelle senza risposta poste dal capogruppo di Forza Italia, Alberto Locchi (non va meglio per i question time come denunciato da Cecilia Del Re di Firenze Democratica). Non solo, colui che dovrebbe rispondere, l’assessore con plurime deleghe (sicurezza, mobilità, etc.), Andrea Giorgio, persiste, anche con una certa arroganza, nel non evaderle, come emerso negli interventi in particolar modo dei consiglieri Luca Santarelli (Noi Moderati) e Matteo Chelli (Fratelli d’Italia). Oltre alle “derive autocratiche” denunciate dal fu candidato dell’opposizione, Eike Schmidt, la valutazione dell’amministrazione come «ferma al punto di partenza», effettuata dal Presidente della Commissione di Controllo, Paolo Bambagioni (Lista Schmidt), e condivisa da tutti gli altri presenti, emerge un dilemma retorico sulla mancanza di capacità oppure di voglia di operare incisivamente sulla situazione cittadina (ma quale “inesperienza”!). Volendo tentare un abbozzo di conclusione dialettica, si può tranquillamente affermare che, molto probabilmente, concorrono entrambi i fattori.