Giovane, studentessa universitaria a Siena, si è candidata alle Regionali a sostegno di Alessandro Tomasi con la Lega. È del Valdarno ed è considerata una promessa della politica. Questa una sua riflessione.
di Gemma Peri
Mi è stato chiesto più volte, spesso nelle trasmissioni televisive, da dove nasce la mia passione per la politica.
E ogni volta, fermandomi a pensare, mi viene quasi da sorridere. È una storia semplice, che comincia molto prima di ogni candidatura, molto prima dei discorsi e delle interviste.
Nasce fra i banchi delle scuole medie, me lo ricordo come se fosse ora, lì la politica era un modo di imparare a vivere e non un argomento di programma. Avevo il mio professore di italiano e storia che non la pensava proprio come me, ma è stato proprio lui ad insegnarmi di non aver paura delle idee altrui. Non si limitava a tenere la “classica” lezione frontale ma faceva domande, metteva in discussione tutto, facendoci capire che la scuola serve a imparare a pensare e non a ripetere. Ed è proprio lì che ho scoperto il gusto del confronto, la bellezza del dialogo e la curiosità per tutto ciò che ci circonda.
E, poi, come non ricordare mio nonno materno, quelle volte che lo andavo a trovare era ogni mattina con il quotidiano in mano. Ed io per passare del tempo con lui, mi sedevo accanto mentre leggeva il giornale. Era un rito silenzioso, ma quasi sacro: lui con gli occhiali, sulla sedia di legno, ed io che cercavo di seguirlo riga dopo riga. Ammetto che inizialmente lo facevo solo per stargli vicino, ma piano piano mi ha appassionato alla lettura e all’odore della stampa. Quelle pagine raccontavano storie di persone, di scelte, di destini. E lui, commentava con riflessione, cercando ogni volta di trovare un significato dietro ad ogni notizia.
Un gesto quotidiano che, però, mi ha fatto capire più di ogni altra cosa.
E crescendo quella curiosità si è trasformata in passione e poi in impegno come Vice Coordinatrice regionale del movimento giovanile della Lega, fino ad esser riconosciuta per due anni consecutivi come una fra le 60 Under30 più influenti della politica italiana dall’Espresso e Politicamag.
Quando ho accettato la candidatura alle ultime regionali qua, in Toscana, ero una delle più giovani candidate in tutta la regione.
La candidatura è stata una bellissima esperienza, i primi discorsi in pubblico ove sentivo una forza interna che non sapevo nemmeno di avere.
Ecco quella forza era l’entusiasmo, ἐνθουσιασμός, come lo chiamavano i Greci: avere un dio dentro di sé, essere mossi da qualcosa di più grande. Quell’energia, quella vibrazione dell’anima, è ciò che mi accompagna quotidianamente in ciò che faccio.
In questa campagna elettorale ho capito che la politica vera è incontrare le persone. Guardarle negli occhi, ascoltarle davvero, senza filtri e né ruoli.
Ho conosciuto storie di coraggio, di fatica e di speranza. In quest’avventura, c’è chi mi ha offerto un caffè solo per parlare cinque minuti, chi mi ha raccontato del proprio lavoro, chi mi ha confidato le difficoltà. Sono stati proprio loro – i volti, le mani, le voci – a darmi forza.
Ogni incontro mi ha lasciato qualcosa. Tornavo stanca a casa, ma piena, perché la politica per me è ascolto.
E poi, non nego che ci sono state delle assenze. Le persone che ti aspetti di trovare e non ci sono, quelle che potevano esserci ma si sono tenute lontane. Ci sono silenzi che parlano più delle parole, e anche da quelli si impara.
Si impara a riconoscere chi crede davvero in te, chi resta, chi scegli di camminare accanto a te anche nei momenti più scomodi.
In questo cammino, una persona per me è stat fondamentale: Armando Siri. La mia guida e la mia bussola a livello personale e politico. Colui che mi ha insegnato a guardare oltre, a capire che la politica non è un mestiere ma una missione. Che non basta la testa: serve il cuore.
La politica vive negli sguardi, nei gesti, nelle scelte quotidiane. La politica bisogna tenerla viva con il cuore.
E ci credo davvero. Credo che tutto parta proprio da lì, dal cuore. Perché il cuore è la sede del coraggio, ma anche dell’empatia, della passione, della verità. È il centro da dove nasce tutto ciò che è autentico.
Perché la politica proprio come una relazione è un atto d’amore: per la propria comunità. Anche un piccolo gesto se fatto con entusiasmo, può cambiare qualcosa.
E allora, così, continuo a camminare, con il cuore in mano, con la curiosità della me bambina e con la certezza che anche nel disincanto dei tempi moderni, la politica può ancora essere quell’atto d’amore.
