L’albericidio avanza “senza se e senza ma”: uno dopo l’altro, 16 platani cadono abbattuti lungo il Mugnone

cosseria1
TAV a Firenze: Un lungo filare di alberi sani abbattuto lungo il Mugnone in Via Cosseria

 

Continua il lavoro delle motoseghe lungo le sponde del torrente Mugnone. Tra via Crimea, via Cosseria e il Ponte degli Alpini, gru e camion hanno preso possesso del quartiere, abbattendo, uno dopo l’altro, un filare di maestosi platani lungo l’argine del Mugnone – alberi sani, ombrosi, parte di un piccolo ecosistema urbano che ha servito generazioni di cittadini fiorentini.  

La segnalazione era stata diramata dall’associazione IDRA (onlus che dal 1998 si dedica alla tutela dell’ambiente) il 17 luglio 2025, quando camion e gru avevano chiuso Via Cosseria. Ieri, durante le operazioni di abbattimento, IDRA ha pubblicato questo lungo post su facebook, che suona come un’elegia non soltanto per i platani di Via Cosseria, ma per una città che ha perso la sua anima:

“Idra continua a informare, coi mezzi che può, serenamente consapevole che telecamere, microfoni e taccuini allineati e coperti non verranno meno al compito di censurare. Un solo quotidiano, a quanto a noi risulta, ha voluto rompere la consegna del silenzio: ancora una volta ‘Il Tirreno’ (noi aggiungiamo LFCV, che ha prontamente informato del taglio a venire grazie alla segnalazione di IDRA stessa il 17 Luglio, N.d.R.). Gli altri, regolarmente zitti, sordi e ciechi. Fin qui, (quasi) tutto normale. Un po’ meno normale dover assistere, a metà mattinata, al lavorio stridulo e lamentoso delle motoseghe nel silenzio del quartiere, nell’assenza della cittadinanza, nell’indifferenza dei suoi abitanti. Il deserto umano. Si vede per caso qualcuno, a quelle finestre, mentre ramo dopo ramo, fronda dopo fronda, i platani tonfano giù sull’argine? Fino a restare un moncone nano in attesa dell’ultima amputazione a terra? Si vede qualcuno porgere dal balcone almeno un saluto di addio agli umili compagni del buon respiro? Abbiamo visto soltanto una motocicletta, lungo via Cosseria transennata da alte palizzate, avanzare verso il ponte con gli abbattimenti in corso. Non mostrava sorpresa. Procedeva. Abbiamo visto una donna guadagnare indifferente in senso inverso, a piedi, il marciapiede lungo i palazzi accerchiati. La borsa al braccio sinistro, le sporte della spesa nella destra. Tranquilla. Verso casa. Lo sguardo dritto davanti a sé. Non un attimo di sosta al cospetto di quella gru con quel cestello attorno al platano di turno. Non uno sguardo in alto verso il ferro in azione. Non un sobbalzo al botto dei tronchi per terra. O forse sì, forse qualcosa nell’animo si è mosso: ma al cronista non è stato dato di avvertirlo. Poco dopo, di nuovo non un’anima sul marciapiede del quartiere deserto. Solo camion, gru, benne, e gli alti e i bassi di quel ronzio rabbioso e petulante. Abbiamo visto tutto questo. Abbiamo sentito male, dalle parti del cuore se c’è. E abbiamo pensato: forse Firenze ha quel che merita. Forse Firenze davvero non c’è più!”

Ormai quei platani sono storia. Al momento della stesura di questo articolo, del filare di platani non rimane più niente. Continua l’albericidio a Firenze, questa volta per via dei progetti legati alla realizzazione della nuova stazione Alta Velocità Belfiore. Un intervento strategico, secondo RFI e Comune, ma che comporta l’ennesimo sacrificio ambientale in una zona già devastata da precedenti opere infrastrutturali.