Troppi giovani restano a casa dei genitori non per scelta, ma per mancanza di alternative
Di Matteo Chelli
Secondo il bollettino mensile di statistica del comune, a 40 anni vive fuori dalla casa dei genitori solo il 55,8% delle donne italiane e il 49% dei maschi italiani.
La Nazione la chiama “La carica dei mammoni”. Ma io non credo che questa situazione sia il frutto di una scelta. Si tratta invece una necessità primaria legata all’impossibilità, per i giovani, di accedere agevolmente al mercato degli affitti e delle compravendite a Firenze. Per questo, l’amministrazione comunale dovrebbe intervenire proattivamente, non con inutili e illogici divieti, ma sostenendo concretamente la schiera dei “vorrei ma non posso” (che sono tanti).
Poche settimane fa, a tal proposito, abbiamo discusso la nostra mozione che chiedeva di istituire un apposito fondo per l’acquisto della prima casa e la stesura di un regolamento per la concessione dei contributi a fondo perduto, con l’obiettivo non solo di sostenere i nuovi residenti, ma anche di incentivare il ritorno di chi ha lasciato la città. La nostra proposta era proprio volta a incentivare l’autonomia giovanile e l’indipendenza. Poi certo, non sarà la panacea di tutti i mali, ma da qualche parte bisogna iniziare. Se lo si pensa di fare vietando gli affitti brevi e dichiarando guerra totale al turismo, siamo fuori strada. Significa guardare il dito e non la luna. Il problema è molto più grande, e congelare la situazione attuale non risolverebbe niente. Serve sostenere concretamente ed economicamente i cittadini che vogliano farsi una vita nella nostra città. Non ci sono altre vie per affrontare il problema.
Chiaramente, l’atto è stato bocciato; figuriamoci se la maggioranza poteva acconsentire ad una proposta di buonsenso dell’opposizione (nel mentre, però, esimi esponenti si lagnano un giorno sì e l’altro pure per le risorse governative del contributo affitto).
Nel frattempo, questi sono i risultati. La lotta agli affitti brevi è uno specchietto per le allodole. In centro storico non ci sono più servizi, nè negozi di prossimità, nè parcheggi sufficienti. Ci sono locali dove si fa baldoria fino a notte fonda. È scomodo per gli standard di vita odierni. Questa trasformazione riguarda tutte le grandi città, ma a Firenze è stata accelerata da scelte politiche che negli anni l’hanno chiaramente favorita: una ZTL irrazionale, la proliferazione incontrollata di studentati privati, la svendita del patrimonio immobiliare pubblico. Chi racconta che per sostenere i fiorentini basti vietare gli affitti brevi, e poi boccia proposte di buon senso che potrebbero davvero fare la differenza, dimostra di non avere una visione reale dei problemi della città, ma soprattutto, di non volerli affrontare con serietà e responsabilità.
Matteo Chelli a 26 anni è Consigliere Comunale in Palazzo Vecchio, nel gruppo consiliare di Fratelli D’Italia