Una gestione del verde superficiale e dannosa, che continua a mettere
a rischio la salute del nostro patrimonio arboreo
Ieri 19 giugno, si è compiuto l’ennesimo scempio ai danni del verde urbano fiorentino, questa volta sul Lungarno Ferrucci. Al termine dei lavori di asfaltatura del tratto pedonale e stradale, l’asfalto è stato colato fino a lambire, anzi soffocare, i tronchi di alberi decennali, sigillando completamente l’apparato radicale.
Nessuno spazio lasciato per drenaggio, per ossigenazione, per la vita. E’ l’ennesimo frutto amaro di una progettazione superficiale e di un’esecuzione priva di qualunque sensibilità per l’ambiente, cosa che in più occasioni abbiamo contestato dalle pagine di questo giornale.
Il tutto accade nello stesso giorno in cui, incredibilmente, l’Amministrazione Comunale – attraverso la Vicesindaca e Assessora all’Ambiente Paola Galgani – organizza un evento dal titolo “Riscoprire la città verde”, una passeggiata nel Parco all’ex camping Michelangelo (disastro dell’amministrazione Nadella di cui LFCV ha ampliamente parlato in un’inchiesta) organizzata con l’intento di celebrare “la bellezza e la biodiversità” delle aree verdi di Firenze. Durante la manifestazione, tenutasi nel pomeriggio, si è parlato di valorizzazione dei parchi, si sono raccolte proposte dai cittadini, si è discorso di cura del verde insieme ai tecnici del Comune.
Mentre sul Lungarno Ferrucci, poche ore prima, la bellezza del verde veniva sigillata sotto centimetri di bitume. È l’emblema di una politica del verde urbano che vive di doppi binari e doppie verità. Da mesi si parla di “Piano del Verde – Iris”, si evocano numeri altisonanti che ci raccontano di migliaia di nuovi alberi e spazi verdi, il tutto condito col vago quanto fumoso principio del 3‑30‑300; si promettono piazze alberate, superfici drenanti, lotta al calore urbano. Ma le immagini di Piazza Ferrucci dimostrano quanto gli slogan non bastino: i lavori di asfaltatura hanno ignorato le più basilari norme di tutela per le alberature. Non un’intercapedine permeabile, non un bordo lasciato libero, non un centimetro di respiro per gli apparati radicali. Gli alberi sono stati ingabbiati in una morsa che ne comprometterà irrimediabilmente la salute.
A denunciare il fatto è stato il consigliere di Lista Schmidt Massimo Sabatini, con un post unito alle foto che mostriamo sotto: “Questo è quanto è stato realizzato subito dopo aver concluso i lavori sul Lungarno Ferrucci. È proprio oggi c’è un articolo della assessore all’ambiente che parla di aree Verdi … terribile errore !!!”.
L’amministrazione comunale dà prova, per l’ennesima volta, della propria incoerenza: nello stesso giorno si parla di verde e lo si calpesta, di biodiversità e la si annienta. Gli alberi del Lungarno Ferrucci diventano le ennesime vittime di una gestione del verde incoerente, inefficace e dannosa. Se Firenze vuole davvero tornare ad essere una città verde, deve iniziare col proteggere gli alberi che ha, non solo con vaghe promesse di future azioni, ma con cura reale, quotidiana, concreta. Perché un alberello piantato non vale nulla se altri mille vengono uccisi dall’asfalto o dalle motoseghe.