«Il PD guiderà l’opinione pubblica toscana nel drammatico tempo che cambia davvero la storia, la guiderà esaltando nella sua quotidianità i valori della democrazia e della libertà, dell’identità nazionale ed europea insieme». Così recita un articolo comparso non sul Popolo d’Italia dei tempi d’oro ma sul Corriere Fiorentino: cambia poco, in effetti, se non che il primo evitava lampanti contraddizioni in termini esaltando piazze «a difesa dell’Ucraina e contro gli autoritarismi», soprattutto se l’articolo parla dell’astensionismo che si è affermato come “primo partito” anche a queste ultime elezioni regionali in Veneto, Campania e Puglia. Ma senza volersi spingere troppo oltre le nostre mura, andrebbe chiesto al buon Franco Camarlinghi, autore delle righe citate in apertura, dove vede effettivamente tutta questa democrazia e questa libertà se, in barba all’esplicita opposizione manifestata dai diretti interessati, il liceo Michelangelo verrà accorpato comunque al Galileo, costringendo gli studenti a un’occupazione per l’approvazione del piano in materia approvato dalla minoranza che siede sugli scranni della Metrocittà e ignorando la lettera firmata da ben 65 docenti universitari, ricercatori, studiosi, avvocati, notai e accademici di ogni disciplina che lanciano l’allarme sull’oscuramento delle identità che ne deriva. Senza contare, oltre a tutto ciò, il rischio esuberi e tagli in seno al personale scolastico: tutti aspetti citati e riportati da Repubblica Firenze, La Nazione Firenze, Il Tirreno Firenze e dallo stesso Corriere Fiorentino. Un’imposizione autoritaria, peraltro in diretta violazione dell’art. 1 della nostra Costituzione, ha preso di mira anche i lavoratori di PAM – Panorama, privati del fondamentale diritto al lavoro con un compromesso, minimo e di nessuna sostanza, che li vedrà licenziati il 13 gennaio anziché il 31 dicembre (La Repubblica Firenze, Corriere Fiorentino, La Nazione Firenze). Tutti sordi a qualsiasi esposto e richiesta di chiarimenti da parte di comitati cittadini e opposizione, è il consigliere Sabatini della Lista Schmidt a informarci del fatto che il famigerato cubo nero è già adibito ad attività ricettiva, e da due mesi, a lavori ancora in corso, e la sua denuncia è stata ripresa solo dal Tirreno Firenze. Solo una battaglia di questo tipo è riuscita, per il momento, a ottenere, tramite la Soprintendenza, uno stop ai lavori per il resort di lusso nell’ex ospedale militare in via San Gallo: aggiornamento di quest’ultima testata insieme a Repubblica Firenze e Corriere Fiorentino. Prosegue invece la battaglia dei residenti di Campo di Marte contro il proliferare di spacciatori, con lo stesso Presidente del Q2 ad ammettere, ai microfoni de La Nazione Firenze, la sostanziale impotenza delle istituzioni per l’immediato rilascio dei delinquenti a seguito del loro arresto: i cittadini presenteranno dunque una «petizione dopo l’esposto». Dopo la caduta della propaganda sulla “percezione”, vanno giù anche le maschere “green”: sempre sulla Nazione nostrana leggiamo che ci si prepara a costruire 300 impianti di telefonia dal centro alla periferia, rendendo Firenze un’«antennopoli» che già vede triplicato il numero di ripetitori negli ultimi 18 anni, contandosene 4.700 in tutta la città, tra cui 330 antenne 5G. Di fronte alle contraddizioni e al caos della sua giunta, Giani vuole avvalersi del cavillo che gli permetterebbe di allargare la giunta a nove assessori per nominarvi il suo braccio destro Bernard Dika (La Repubblica Firenze) e un «non-congresso a Prato» per dettare la linea circa iscritti e rappresentanti in vista delle Comunali di maggio. Intanto, apprendiamo ancora dal Corriere Fiorentino che ha riportato questa decisione, alla Dogaia è dovuto intervenire il reparto antisommossa per le rivolte scoppiate dopo le perquisizioni di ieri. Se questi sono i «valori della democrazia e della libertà, dell’identità nazionale ed europea», c’è da auspicarne il pronto rigetto. (JCM)
In copertina: Copyright Fotocronache Germogli
