Nel bel mezzo dell’albericidio, il Comune chiude le porte sul Piano del Verde: respinta la richiesta di un consiglio aperto

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Il PD teme che un Consiglio aperto possa creare un “precedente”: la democrazia vista come un problema.
Mentre la Giunta taglia fuori i fiorentini dal “Piano del Verde”, Italia Nostra e Laudato Si’ fanno sentire la loro voce

 

Il Piano del Verde, approvato dal Consiglio comunale di Firenze il 3 marzo 2025, continua a far discutere. A sollevare nuove critiche sono le associazioni Italia Nostra Firenze e Oasi Laudato Sì, che con una nota diffusa il 4 agosto denunciano la mancanza di confronto pubblico e la recente bocciatura da parte della maggioranza cittadina della loro richiesta di una seduta aperta del Consiglio.

A fine giugno 2025, infatti, le due associazioni avevano presentato formale richiesta al Presidente del Consiglio Comunale e ai membri della Conferenza dei Capigruppo per ottenere una Seduta aperta del Consiglio comunale per esporre le proprie valutazioni e proposte in merito al Piano del Verde. La richiesta nasceva dal fatto che “sia la redazione del testo del Piano che la precipitosa approvazione dell’atto da parte della Giunta Comunale si sono svolti all’interno degli organismi comunali senza prevedere un percorso partecipativo e un dibattito pubblico”.

Le critiche delle associazioni non sono nuove. Secondo il comunicato di Italia Nostra e Oasi Laudato Sì, “già nel febbraio 2025 Italia Nostra Firenze aveva richiesto senza alcun esito positivo che il testo del Piano posto all’approvazione del Consiglio fosse reso pubblico prima della sua approvazione per consentire un dibattito pubblico all’interno dell’iter di espressione di parere dei Consigli di Quartiere”.

Il 1° agosto, la richiesta di seduta aperta è stata respinta su iniziativa del Partito Democratico. Il capogruppo PD Milani ha motivato la bocciatura sostenendo che “il Consiglio non sia, soprattutto in questa fase, il contesto corretto per riaprire una discussione in tema, per di più sollecitata da – sole – due specifiche realtà (Laudato si’ Firenze e Italia nostra)”. Ma è un’altra motivazione a sollevare maggiore preoccupazione tra i firmatari: l’idea che l’esercizio di un diritto previsto dal Regolamento comunale possa essere considerato un pericolo per il funzionamento dell’aula: “Tra le giustificazioni addotte, ancor più preoccupante è il ritenere che l’applicazione di un diritto stabilito dal regolamento del Consiglio Comunale possa costituire non una dimostrazione di trasparenza e apertura democratica del Consiglio, bensì “un precedente che non aiuterebbe il funzionamento del Salone de’ Dugento, secondo le dichiarazioni riportate nel comunicato pubblicato sul sito istituzionale del Comune dal Capogruppo di Firenze Progetto Comune, Dimitrij Palagi.”

Nessuna comunicazione è invece arrivata da parte degli altri interlocutori istituzionali. Le due associazioni promettono di tornare sul merito dopo la pausa estiva, ma nel frattempo dichiarano:

  • “Rincrescimento più profondo per un’ennesima grave dimostrazione di disattenzione se non di ostilità da parte della maggioranza che governa la Città verso la partecipazione dei cittadini alle decisioni che riguardano beni pubblici di grande rilevanza per la qualità della vita degli abitanti, come il verde urbano e le linee strategiche e gestionali per la sua conservazione e incremento.”

  • “Preoccupazione altrettanto profonda per gli effetti gravi che questo deficit di partecipazione democratica dei cittadini produce anche sull’importante versante della trasparenza dell’attività amministrativa di chi governa la Città. Problema non a caso sollevato proprio in questi giorni anche da una lettera di un gruppo di noti architetti e accademici fiorentini a proposito di organi chiamati a dare pareri su progetti di nuova edificazione e di trasformazione urbanistica.”

  • “La volontà di continuare a battersi per una gestione pubblica e trasparente del verde urbano.” 

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