Chissà quanti, tra la Fiesole e la Ferrovia passando per i parterre, dev’essersi pentito di aver votato e rivotato Nardella contribuendo al suo disastroso decennio di governo comunale, al sentire le sue pilatesche frasi sulla questione Franchi: «Adesso rappresento la Toscana a Bruxelles, per lo stadio ho già fatto tanto». E se addirittura il suo storico patron Renzi gli fa notare l’infelicità di queste dichiarazioni, degne di Alberto Sordi ne I vitelloni, era decisamente meglio se non faceva, né tanto né poco. Se n’è accorta La Repubblica Firenze, che menziona la sacrosanta «irritazione» dei tifosi viola a tal riguardo, mentre il Corriere Fiorentino, a cui pure non è sfuggita, si è focalizzato di più sui sentimenti non tanto diversi della dirigenza della squadra, che ha già pronto un documento da inviare alla sindachessa. Quando gli fa comodo, però, Nardella sa anche distogliersi dagli affari europei per ritornare alla dimensione regionale: è così che, nel contesto delle discussioni che ancora si trascinano sui pessimi risultati del PD nostrano alle Regionali, l’ex sindaco sferza il segretario Fossi esortandolo a non infognarsi in «rese dei conti su Firenze». Elly Schlein, ci informa sempre la stessa testata, sarà intanto dalle nostre parti tra il 28 e il 30, con Giani sostanzialmente costretto a rivolgersi a lei per la formazione della sua giunta 2.0, puntando sempre, per parte sua, al Bezzini bis nel settore della sanità. Continua, in quest’ultimo ambito, a farsi sentire la vicenda di Careggi, sullo sfondo della quale sono state chieste cinque condanne per le pressioni esercitate sui professori allo scopo di farsi dare illecitamente dei titoli per l’esercizio della professione nel contesto di un concorso di cardiochirurgia, ci informa La Nazione Firenze. Problemi con la legge, riporta ancora quest’ultima, ne hanno avuti anche dei bar camuffati da librerie in area UNESCO, che rischiano la chiusura forzata qualora non si mettano in regola coi permessi. Tutto tranquillo, invece, per il senzatetto che da mesi perseguita una ragazza sotto il portone di casa sua, per l’inutilità totale dei 37 interventi effettuati da giugno: la strategia adottata da Paulesu e da Giorgio e sponsorizzata da sempre da tutta la sinistra liberal, consistita nell’«avvicinarlo e capire i suoi bisogni», è fallita nelle parole dei suoi stessi promotori, in quanto si sono «sempre ricevuti rifiuti quando si trattava di essere accompagnato in una residenza». Molto meglio lasciare la ragazza in balia della follia di quell’uomo, col solo Leonardo Ciaramelli, sempre sul pezzo, a darle voce sul suo Mondo che Vorrei. La vicenda, narrata dalla non certo fascista o populista La Repubblica Firenze, si accompagna a un suo secondo reportage sul sottopassaggio tra il Lippi e il Sodo, ridotto a una «terra di nessuno», a una «discarica» tra «bivacchi, giacigli e fornelli artigianali», con gli «ascensori ormai fuori uso da mesi» e tanta gente che ormai gira al largo, secondo le testimonianze degli stessi residenti. In centro tanto si pensa solo al «restyling dell’area UNESCO» (Il Tirreno Firenze): tradotto, altri 12 cantieri da piazza Mentana a piazza dei Giudici passando anche da Sant’Ambrogio, per una spesa di 6.600.000€ per un contratto di 36 mesi più altri 12 all’occorrenza, non si avesse a essere troppo veloci che poi la gente non fa in tempo ad avere abbastanza problemi con la viabilità. Non si può mancare di interrogarsi sulla provenienza di questi soldi, dal momento che, riporta Il Tirreno, solo in tre province il credito bancario torna a crescere in Toscana («e non tutte le imprese beneficiano dell’aumento di liquidità nel sistema», si specifica nel sottotitolo), il che testimonia di una regione fondamentalmente insolvente oltre che in dismissione accelerata: dal Corriere Fiorentino giunge notizia che il panno casentino, icona del film Colazione da Tiffany con Audrey Hepburn, non si produrrà più: licenziati gli ultimi 13 operai, l’unica azienda rimasta a Soci chiude i battenti e finisce in liquidazione. Una notizia in apparente controtendenza con l’appello, lanciato sulle pagine dello stesso giornale dal neopresidente di Confindustria all’indirizzo del Comune e delle banche, di cominciare a pensare a dar case ai lavoratori e agli studenti anziché continuare col modello di Firenze città museo. A corollario, dal governo arriva una sforbiciata da 80 milioni sulla Tirrenica (ne erano stati previsti 81 di finanziamento), giustificati da Fratelli d’Italia coi troppi ritardi accumulati ed elogiando invece il passaggio da SAT ad ANAS deciso dall’esecutivo di Giorgia Meloni, che avrebbe «smosso le acque» e copertone gli ingenti costi. L’opera resterà dunque senza i 187 chilometri finali tra Cecina e Tarquinia, secondo quanto riportano La Repubblica Firenze e il Corriere Fiorentino. Resta un colabrodo anche piazza Beccaria, ingoiata dai cantieri che complicano ulteriormente la viabilità e non arreca un minimo di conforto neanche a chi aspetta l’autobus sotto la pioggia, perché di tettoie, paline o sedute non si parla. Chi meglio della Nazione Firenze, sotto la cui sede si svolgono regolarmente di questi eventi, poteva occuparsene? Ma se tutte queste grane non cessano di attanagliare il PD, la Lega certamente non ride: l’obiettivo, ora, è frenare Vannacci, sintetizza La Repubblica Firenze. O imporgli una maggiore disciplina, il che, non inganni il suo passato militare, appare cosa tutt’altro che facile. (JCM)
In copertina: Copyright Fotocronache Germogli
