Dopo 45 anni di annunci e fallimenti, i cittadini si chiedono se c’è ancora un progetto reale per il futuro dell’ex Galileo. Il comune annunciava bonifica e rigenerazione, ma i residenti denunciano: “Noi che tutti i giorni passiamo di li non possiamo fare altro che girare lo sguardo.”
Un’area di passaggio quotidiano per centinaia di bambini e famiglie, situata tra tre scuole, eppure ancora oggi segnata da un degrado che dura da oltre 40 anni. Una discarica a cielo aperto: è questa la fotografia attuale delle ex Officine Galileo a Rifredi, che riemerge in queste ore da una segnalazione social condivisa da una residente esasperata:
“Dopo i proclami del quartiere di qualche mese fa sulla messa in sicurezza e la bonifica delle Ex Officine Galileo questo è quello che vediamo oggi. Ho letto di “un primo passo verso la riqualificazione”. Oltre ad aver chiuso con delle lamiere altro non è stato fatto.”
Le immagini mostrano cancellate divelte, graffiti sulle strutture in acciaio, e cumuli di rifiuti ovunque, mentre nel post si sottolinea che la zona, collocata tra tre istituti scolastici, è attraversata ogni giorno da famiglie e bambini: “Come sia possibile ad oggi dover far finta di nulla giornalmente di fronte a questo degrado, ancora non so. E noi che tutti i giorni passiamo di lì non possiamo fare altro che girare lo sguardo”. Seguono commenti che raccontano indignazione, sarcasmo e delusione: c’è chi propone ironicamente di farne la sede del PD, chi parla di città allo sbando, chi sottolinea come il degrado urbano diventi lentamente una forma di normalità che fiacca la resistenza civile.
Ad Aprile l’assessore al patrimonio Dario Danti aveva annunciato che i lavori per la ludoteca e il centro giovani sarebbero dovuti ripartire entro il 22 aprile. Ma come ha ammesso lo stesso assessore, ciò non è accaduto: “I lavori sono stati consegnati il 9 novembre 2023 – ha dichiarato – e ad oggi sono state eseguite solo alcune opere interne. Dopo la sospensione per verifiche strutturali, siamo ancora in stallo. Abbiamo quindi inviato una nuova intimazione alla ditta”.
A maggio, la sindaca Funaro parlava di “oltre 28 tonnellate di rifiuti rimossi, accessi sigillati, strutture bonificate” e proclamava: “un altro passo avanti per restituire l’ex Meccanotessile alla città. Qui nasceranno alloggi a prezzo calmierato, spazi per bambine e bambini, per i giovani e la comunità. Una trasformazione attesa e necessaria, che riconsegnerà questo pezzo di Firenze a cittadine e cittadini”.
Ma la trasformazione annunciata tarda a materializzarsi. E nel frattempo, la zona resta ancora in balia dell’abbandono, mentre ogni giorno centinaia di persone continuano a passarci accanto, testimoni di un fallimento che ha radici lunghe 45 anni.
“Povera Firenze”, scrive qualcuno nei commenti. E quel grido, seppur breve, contiene tutta la frustrazione di un quartiere che da decenni aspetta una risposta concreta, mentre la politica continua a promettere e rinviare.
Povera Firenze! Dalla fabbrica alla discarica: il lungo oblio dell’ex Meccanotessile
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Dopo 45 anni di annunci e fallimenti, i cittadini si chiedono se c’è ancora un progetto reale per il futuro dell’ex Galileo. Il comune annunciava bonifica e rigenerazione, ma i residenti denunciano: “Noi che tutti i giorni passiamo di li non possiamo fare altro che girare lo sguardo.”
Un’area di passaggio quotidiano per centinaia di bambini e famiglie, situata tra tre scuole, eppure ancora oggi segnata da un degrado che dura da oltre 40 anni. Una discarica a cielo aperto: è questa la fotografia attuale delle ex Officine Galileo a Rifredi, che riemerge in queste ore da una segnalazione social condivisa da una residente esasperata:
Le immagini mostrano cancellate divelte, graffiti sulle strutture in acciaio, e cumuli di rifiuti ovunque, mentre nel post si sottolinea che la zona, collocata tra tre istituti scolastici, è attraversata ogni giorno da famiglie e bambini: “Come sia possibile ad oggi dover far finta di nulla giornalmente di fronte a questo degrado, ancora non so. E noi che tutti i giorni passiamo di lì non possiamo fare altro che girare lo sguardo”. Seguono commenti che raccontano indignazione, sarcasmo e delusione: c’è chi propone ironicamente di farne la sede del PD, chi parla di città allo sbando, chi sottolinea come il degrado urbano diventi lentamente una forma di normalità che fiacca la resistenza civile.
Ad Aprile l’assessore al patrimonio Dario Danti aveva annunciato che i lavori per la ludoteca e il centro giovani sarebbero dovuti ripartire entro il 22 aprile. Ma come ha ammesso lo stesso assessore, ciò non è accaduto: “I lavori sono stati consegnati il 9 novembre 2023 – ha dichiarato – e ad oggi sono state eseguite solo alcune opere interne. Dopo la sospensione per verifiche strutturali, siamo ancora in stallo. Abbiamo quindi inviato una nuova intimazione alla ditta”.
A maggio, la sindaca Funaro parlava di “oltre 28 tonnellate di rifiuti rimossi, accessi sigillati, strutture bonificate” e proclamava: “un altro passo avanti per restituire l’ex Meccanotessile alla città. Qui nasceranno alloggi a prezzo calmierato, spazi per bambine e bambini, per i giovani e la comunità. Una trasformazione attesa e necessaria, che riconsegnerà questo pezzo di Firenze a cittadine e cittadini”.
Ma la trasformazione annunciata tarda a materializzarsi. E nel frattempo, la zona resta ancora in balia dell’abbandono, mentre ogni giorno centinaia di persone continuano a passarci accanto, testimoni di un fallimento che ha radici lunghe 45 anni.
“Povera Firenze”, scrive qualcuno nei commenti. E quel grido, seppur breve, contiene tutta la frustrazione di un quartiere che da decenni aspetta una risposta concreta, mentre la politica continua a promettere e rinviare.
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