Palagi e Palandri (Sinistra Progetto Comune): “La Vicesindaca ha chiarito che è un tema su cui le istituzioni sono impegnate, ma i tempi non sembrano adatti all’urgenza che i cambiamenti climatici impongono”
“Ad aprile, dopo la notizia dell’ennesima esondazione del Fosso del Loretino, anche a seguito di alcune dichiarazioni rilasciate dalla Sindaca, abbiamo voluto chiedere spiegazioni su alcuni aspetti dei corsi d’acqua tombati. In questi giorni sono arrivate alcune risposte, che aumentano la nostra preoccupazione, in materia di rischio idraulico”. A dichiararlo sono Dmitrij Palagi, consigliere comunale di Sinistra Progetto Comune e Lorenzo Palandri, Sinistra Progetto Comune Quartiere 2.
“In pratica – spiegano Palagi e Palandri – è difficile anche avere conoscenza precisa delle infrastrutture, perché molte sono “antiche” e realizzate da soggetti terzi (con la citazione, a titolo di esempio, di RFI e di privati). Servono rilievi diretti e non sempre le tecnologie moderne (come droni o sales scanner) possono sostituire ispezioni più impegnative sul piano umano. «Rilievo pozzetti, progettazione ispezione, realizzazione ispezione, restituzione dati» sono pratiche che richiedono alcuni mesi di lavoro, a cui poi dovrà seguire una fase di elaborazioni che possano portare a «uno studio completo del rischio da alluvione comportato dai tratti tombati». ALIA e il soggetto gestore del servizio idrico integrato sono in parte coinvolti, quindi immaginiamo che un ragionamento sia aperto, o da aprire, con la “nuova” multiutility”.
“Quanto a una riflessione specifica dei diversi interventi edilizi in prossimità dei corsi d’acqua, ci è stato chiarito che la «fattibilità» è stata considerata, «nel tempo, secondo le norme e le conoscenze vigenti all’atto della progettazione delle opere». Non vogliamo procurare nessun allarme, ma il sistema pubblico e istituzionale ci sembra avere in mano mezzi inadeguati – rilevano Palagi e Palandri – rispetto alla portata del problema, con facili timori sulle conseguenze che il territorio potrà vivere con un eventuale aumento di fenomeni estremi climatici, a partire dalle precipitazioni”.
“Cercheremo di capire quali strumenti proporre a Governo, Regione e Comune, tenendo conto del ruolo dell’autorità di bacino e delle altre articolazioni dello Stato. Confidiamo che si trovi il giusto passo per agire con la necessaria urgenza”, concludono.
In copertina: copyright Fotocronache Germogli