“La Toscana non deve diventare un laboratorio di sperimentazione politica della sinistra”, dice il vicecoordinatore FdI
Il clima politico in Toscana si accende in vista delle prossime elezioni regionali. Il consigliere regionale e vicecoordinatore toscano di Fratelli d’Italia, Diego Petrucci, interviene duramente sulla possibile ricandidatura del presidente uscente Eugenio Giani, attaccando le dinamiche interne al Partito Democratico e l’attuale gestione del governo regionale.
“Non sono solito commentare ciò che succede in casa d’altri – afferma Petrucci – ma le ultime settimane e quello che è emerso dall’incontro tra la segretaria del Pd e il governatore Giani non può essere solo osservato passivamente. Se il Presidente uscente sarà confermato candidato governatore del Campo Largo, dovrà sottostare ai diktat del suo partito o meglio ai diktat della corrente che ora guida il Pd”.
Secondo Petrucci, una nuova candidatura di Giani equivarrebbe alla continuazione di un’esperienza di governo “bloccata da logiche ideologiche”. “Sarebbe una replica degli ultimi due anni di Governo Giani – prosegue il consigliere FdI – in cui la maggioranza ha preferito portare avanti battaglie squisitamente ideologiche e non di competenza regionale, anziché affrontare temi veri come le infrastrutture (da Darsena Europa alla FiPiLi) o la necessaria riforma del nostro Sistema Sanitario”.
L’esponente di Fratelli d’Italia rilancia così la candidatura del centrodestra, puntando su Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, come alternativa credibile per la guida della Regione.
“In questo scenario – dichiara Petrucci – Alessandro Tomasi e la nostra coalizione sono gli unici che possono fare gli interessi dei toscani, portando in Regione il buon governo del centrodestra di ben 7 Comuni capoluogo su 10. La Toscana non può e non deve diventare un esperimento politico della sinistra, e i toscani si meritano un governatore impegnato nel fare il bene della Regione e non nel tenere insieme gli equilibri di una coalizione dove ci sono addirittura partiti che hanno detto di non volerlo come Presidente di Regione”.
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