Qualche anno fa il Comune parlava di “mix di usi pubblici e privati”. L’immobile rientra nell’accordo firmato tra Città di Firenze e Ministero della Difesa nel 2014 (governo Renzi). Torelli (Salviamo Firenze e già animatore del Social Forum) annuncia nuove azioni legali.
L’iter è semplice: uno spazio viene svuotato delle sue funzioni sociali, il contesto urbano deperisce, gli abitanti scappano, si lascia tutto a candire per qualche anno mentre il degrado avanza (qualche articolo delle gazzette locali serve all’uopo), poi si acconsente a una trasformazione radicale guidata da un privato che fa incetta di metri quadrati.
“Il Consiglio comunale – scriveva il Comune nel 2020 – ha adottato la variante urbanistica legata alla trasformazione del complesso. (…) Uno spazio importante per la città che viene ripensato con un mix di funzioni in un’ottica di apertura di questo complesso alla città. Un pezzo di centro storico abbandonato, da tempo privo della funzione militare, che cambia volto e ridisegna un intero isolato con un mix di usi pubblici e privati”.
“Il comprensorio San Gallo – si apprende dalla nota dell’Ente – rientra nell’accordo del novembre 2014 (firmato il 17 aprile 2014, Matteo Renzi premier, ndr) con Demanio e ministero della Difesa per la razionalizzazione e valorizzazione di alcuni immobili militari presenti nel territorio comunale. (…) La variante adottata per l’ex ospedale San Gallo definisce le destinazioni d’uso di progetto residenziale comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato, direzionale comprensiva delle attività private di servizio e commerciale relativa alle medie strutture di vendita, e turistico-ricettiva”.
“Tra le prescrizioni legate all’interno, la realizzazione di una connessione trasversale fra via Cavour e via San Gallo e l’apertura dello spazio in corrispondenza di via Cavour in modo da garantire la fruizione pubblica del complesso; l’utilizzo dei piani terra prospettanti gli spazi di uso pubblico per funzioni compatibili e il reperimento di parcheggi”.
Fortunatamente, sulla scorta del disastro del cubo nero e dell’ex Convitto della Calza, anche a Sodoma-Firenze si assiste a una risorgenza di spirito d’iniziativa civica e al rifiorire di un pensiero critico, non allineato. Servono sempre e comunque delle minoranze d’avanguardia che facciano ciò che gli altri, o per timore o per timore di perdere piccole rendite di posizione, non hanno il core di fare.
Il punto – sintetizza Massimo Torelli del comitato Salviamo Firenze – non è il centimetro in più o in meno della nascitura torre all’interno del complesso di San Gallo (oggetto del contendere tra Palazzo Vecchio e proprietà), né Funaro dovrà andare righello alla mano a misurarne la lunghezza.
Pronto a nuove azioni legali, Torelli, riporta il Corriere Fiorentino, solleva un nuovo problema: “È di particolare interesse il ruolo del dott. Marco Agnoletti, responsabile della comunicazione della campagna elettorale a Sara Funaro ed ora portavoce della proprietà. È credibile uno scontro?”.
Agnoletti, titolare della Jump Comunicazione (parte del consorzio UNITA), è considerato vicino al Partito Democratico. Dal 2000 – si legge sul sito della società – ha lavorato a numerose campagne elettorali, come quelle di Leonardo Domenici, Matteo Renzi, Dario Nardella, Stefano Bonaccini ma anche di Eugenio Giani; di recente, appunto, anche per Sara Funaro. Oggi ha consulenze di prestigio e clienti di alto profilo, tra i quali – si apprende sempre dal sito – programmi RAI quali Una giornata particolare di Cazzullo e Belve di Fagnani, Gruppo FS, MSC Crociere, ANCE. A una recente festa di Jump Comunicazione a Roma si è visto tutto il jet set, di destra e di sinistra: da Maria Elena Boschi a Italo Bocchino.
Torelli, con un passato da protagonista del Social Forum, apre l’ennesima contraddizione a sinistra.

