No, nessuno griderà allo scandalo né tantomeno all’emergenza, ma sempre più esponenti di Centrodestra, a vari livelli e in diversi territori, sono vittime di violenza in Toscana. Da dopo le elezioni, che hanno sancito il bis di Giani, si contano almeno 3 episodi eclatanti; sicuramente ve ne saranno altri a bassa intensità, ma questi colpiscono. Intorno al 20 ottobre, Lorenzo Grassini, dirigente di Forza Italia, ha trovato una sua casa a Colle Val d’Elsa occupata e devastata (con tanto di scritte contenenti esplicite minacce); la scorsa settimana, la famiglia del Deputato leghista, On. Edoardo Ziello, si è vista togliere la corrente niente meno che con degli spari di pistola; oggi, sabato 1° novembre, è stato aggredito Salvatore Sibilla, consigliere al Quartiere 1 di Firenze, il quale, a quanto si vede dalle foto, è dovuto andare anche in ospedale. Siena, Pisa, Firenze. Danni fisici e al patrimonio, danni morali oppure intimidazioni para-mafiose. Non si tratta di insulti da social o di qualche manifesto strappato, per quanto si tratti di azioni esecrabili. Siamo di fronte a un’escalation o sono solo episodi isolati? Rientrano nel complessivo “salto di qualità” della violenza, complice il momento di crisi (complici anche i modelli culturali del tutto deviati e legittimanti la violenza), o si tratta di una precisa violenza politica simil anni ’70? Aumenterà o diminuirà la pressione nei prossimi mesi? Non è da escludere che una sinistra – una frangia estrema, più o meno minoritaria –, che perde consenso e i cui esponenti non sono abituati a stare lontani dalle leve del vero potere, sfoghi così le sue frustrazioni. Del resto, non sono stati gli scioperi “per la Palestina” un grande test per bloccare – chi è avvezzo alle letture marxiste ritroverà la teoria dello “sciopero generale politico” di Trotsky e “Parvus” – i gangli vitali del Paese, interrompendo la vita normale? Comunque sia, la classe dirigente di Centrodestra deve prendere coscienza del problema. Sì, prima che sia troppo tardi, perché i segnali non vanno, mai e poi mai, ignorati.
In copertina: foto di Salvatore Sibilla dopo l’aggressione (dai profili social della Lega)
