TIAC – Un presidio culturale indipendente che merita sostegno e visibilità

IMG-20250715-WA0016

di Lorenzo Sibilla

A ospitare la mostra SUTURA, di cui abbiamo trattato ieri, è TIAC – The International Arts and Culture Group, una realtà culturale e accademica fiorentina che merita una menzione a sé per l’importanza, la visione e la qualità del lavoro che da anni porta avanti con determinazione e indipendenza.

Fondata da Lynn Guo, TIAC è oggi una delle poche accademie d’arte private in Italia capaci di offrire un modello educativo autenticamente internazionale, inclusivo e professionalmente valido. La sua missione – fornire un ambiente formativo ottimale per la pittura e la scultura figurativa, ispirato all’estetica classica ma aperto al contemporaneo – è già di per sé un atto politico e culturale di grande spessore.

TIAC non è solo un luogo di formazione, ma una vera e propria piattaforma culturale che promuove scambi artistici tra comunità europee e asiatiche, progetti espositivi di respiro internazionale e una rete di collaborazioni con istituzioni accademiche, artistiche e sociali. È un centro che integra linguaggi, saperi e persone, e che fa dell’educazione artistica universale e rappresentativa il proprio tratto distintivo.

Quello che colpisce di TIAC è il fatto che questa istituzione non riceve finanziamenti pubblici, ma continua comunque, con risorse proprie, a promuovere cultura, a valorizzare talenti, a creare ponti tra mondi diversi. E lo fa con una costanza e una qualità che molte istituzioni più strutturate faticano a raggiungere.

In un contesto dove le realtà indipendenti vengono spesso ignorate dalle politiche culturali, TIAC rappresenta un esempio virtuoso e coraggioso, che dovrebbe essere riconosciuto, sostenuto, premiato. Perché fare cultura oggi, in modo libero e responsabile, senza dipendere da fondi pubblici, è una scelta difficile ma straordinariamente generativa. È questo il tipo di istituzione che una politica culturale lungimirante dovrebbe incoraggiare: non come eccezione, ma come modello.

Concludo esprimendo il mio profondo rispetto per Lynn Guo, per il team di TIAC e per tutti coloro che credono nel potere della cultura come strumento di formazione, cittadinanza, trasformazione. Realtà come questa non solo meritano visibilità: meritano una politica che le consideri centrali nella costruzione di una società più sensibile, creativa e inclusiva.