Dal 18 al 26 ottobre Firenze si prepara ad accogliere un evento che promette di segnare la stagione culturale internazionale. Alla Fortezza da Basso, all’interno della quindicesima edizione della Florence Biennale, prende vita l’attesissima mostra “Tim Burton: Light and Darkness”, un viaggio visionario nel mondo del regista e artista americano che più di chiunque altro ha saputo trasformare il cinema e le arti visive in un linguaggio inconfondibile.
Curata da Sarah Brown in collaborazione diretta con lo stesso Burton, l’esposizione è stata pensata appositamente per la Biennale e dialoga con il tema di questa edizione, “L’essenza sublime della luce e dell’oscurità. Concetti di dualismo e unità nell’arte e nel design contemporaneo”. Non a caso il titolo è stato scelto personalmente dall’autore di film culto come Edward mani di forbice e Nightmare Before Christmas: il suo universo creativo è da sempre sospeso tra ironia e malinconia, sogno e incubo, luce e tenebra.
Un percorso in cinque stanze tra sogni e incubi
La mostra si sviluppa in oltre cinquanta opere distribuite in cinque ambienti tematici. Alcune provengono dalla grande esposizione itinerante The World of Tim Burton, altre sono invece creazioni nuove, pensate in esclusiva per Firenze.
Il viaggio comincia con una selezione di disegni, album e taccuini personali, accompagnati da installazioni enigmatiche: tre misteriose creature in resina, animate da un raffinato gioco di luci e ombre, e tre opere lenticolari tridimensionali che, grazie a particolari occhiali “3D looking glasses”, amplificano l’esperienza visiva e immergono lo spettatore nella dimensione più profonda dell’immaginazione burtoniana.
Il vortice fluorescente del “Carousel Room”
Il percorso prosegue nella Carousel Room, una delle attrazioni più sorprendenti: uno spazio immersivo costruito con scenografie americane dai colori fluorescenti e illuminazioni UV. Qui il visitatore si trova di fronte a una giostra ideata e realizzata da Burton, vero fulcro di un paesaggio visionario, tra suggestioni pop e atmosfere oniriche.
Tra le novità assolute spicca anche la riproduzione di un’insegna al neon creata dall’artista, il cui originale è conservato oggi al Neon Museum di Las Vegas: un omaggio alla cultura popolare americana, filtrata dallo sguardo ironico e nostalgico che da sempre contraddistingue la sua poetica.
Corpse Bride, vent’anni dopo
La quarta sala è dedicata a uno dei capolavori più amati di Burton: La sposa cadavere (Corpse Bride), di cui nel 2025 ricorre il ventesimo anniversario. Oltre a disegni originali, sono esposti i modelli dei protagonisti Victor ed Emily, sia negli scheletri interni realizzati dal celebre studio Mackinnon & Saunders, sia nelle versioni animate che hanno incantato il pubblico sul grande schermo.
Accanto a questo nucleo, il visitatore ritrova riferimenti ad altri film iconici, da Beetlejuice a Edward mani di forbice, fino al già citato Nightmare Before Christmas, presentati attraverso schizzi e materiali preparatori che permettono di scoprire la genesi di personaggi diventati immortali.
L’anima intima di Burton: Oyster Boy e i suoi fratelli
La quinta stanza rivela invece il lato più intimo e poetico del regista. È qui che tornano alla luce le creature fragili e grottesche de La triste morte del piccolo bambino ostrica e altre storie: Oyster Boy, Stain Boy, Robot Boy e Toxic Boy, protagonisti di sculture, disegni e installazioni che raccontano la vena narrativa di Burton al di fuori del cinema, tra poesia nera e fiaba gotica.
Il percorso si chiude con una sala di proiezione, pensata per restituire al pubblico la dimensione audiovisiva originaria della sua arte e ricordare che, prima di tutto, Burton è un narratore che ha scelto l’immagine per dare voce ai suoi mondi interiori.
Oltre il cinema: il linguaggio di un visionario
“Tim Burton non ha semplicemente realizzato film, ha inventato un genere” – sottolineano i curatori della Biennale. La sua opera, infatti, non si limita a raccontare storie: crea un universo riconoscibile e coerente, abitato da figure sospese fra vita e morte, gioia e paura, infanzia e maturità. È questa tensione, continua e mai risolta, a rendere la sua poetica universale.
Con Light and Darkness, Firenze celebra un artista che ha saputo unire cultura pop e riflessione estetica, gotico romantico e ironia surreale. Attraversare le sale della mostra significa compiere un viaggio nei territori dell’immaginazione dove convivono paura e meraviglia, malinconia e leggerezza: esattamente quelle zone d’ombra e di luce che da sempre nutrono l’arte di Tim Burton.
Tim Burton: Light and Darkness
XV Florence Biennale – Fortezza da Basso, Firenze
18 – 26 ottobre 2025
Biglietti disponibili su Vivaticket e sul sito ufficiale della Biennale: florencebiennale.org
Stefano Chianucci