Il Rendiconto Inps 2024 pubblicato ieri fotografa una Toscana fragile e in affanno, con giovani esclusi e pensionati in aumento: il voto regionale sarà un banco di prova per il futuro della Toscana
In Toscana si lavora di più, ma si vive peggio. Cresce l’occupazione, ma a farlo sono quasi solo i contratti a termine. I giovani scappano, la popolazione invecchia, e intanto l’industria arranca sotto il peso di una crisi sempre più strutturale. A meno di un mese dalle Regionali 2025, i dati del Rendiconto sociale INPS Toscana lanciano un messaggio inequivocabile: nel 2024 in Toscana si è lavorato di più, ma in condizioni sempre più fragili: il tasso di occupazione è cresciuto al 70,9%, ma il vero motore di questo incremento sono stati i contratti precari e a tempo determinato, mentre le assunzioni a tempo indeterminato sono in calo. In altre parole, il lavoro c’è ma è instabile, incerto e mal retribuito.
Lo conferma il saldo tra assunzioni e cessazioni, positivo ma basato su dinamiche di turnover che non garantiscono sicurezza né crescita. A pagare il prezzo più alto sono i giovani, sempre più esclusi da percorsi professionali strutturati e costretti ad abbandonare la regione: il saldo demografico è negativo (-8.324 residenti), mentre i pensionati sfiorano ormai il milione. Crescono anche i NEET, i giovani che non studiano, non lavorano e non si formano: una fascia vulnerabile e sempre più ampia che mostra la debolezza del sistema.
Sul fronte produttivo, la crisi dell’industria – con particolare sofferenza nel settore moda – si riflette nel drammatico aumento della cassa integrazione: da 7,7 a quasi 11 milioni di ore autorizzate in un anno, con oltre 64mila lavoratori coinvolti. Parallelamente aumentano le domande di disoccupazione, mentre le retribuzioni restano inferiori alla media nazionale: 100,9 euro giornalieri per gli uomini (contro 107,5 in Italia) e solo 76 euro per le donne (contro 79,8).
Il sistema sociale e produttivo della Toscana sta cambiando, ma senza un indirizzo chiaro rischia di esplodere. Marco Rossi, presidente del Comitato regionale Inps, parla di una crisi che intreccia dinamiche demografiche, occupazionali e previdenziali nazionali, con una massiccia uscita prevista dal mercato del lavoro e crescenti disuguaglianze generazionali. Anche il direttore regionale Inps, Maurizio Emanuele Pizzicaroli, avverte che l’elevata esposizione internazionale della Toscana – un tempo punto di forza – oggi è un ulteriore elemento di rischio, viste le incertezze geopolitiche.
A un mese dalle elezioni regionali di ottobre, il messaggio che arriva è che la Toscana è a un bivio. Continuare con le solite misure tampone significa aggravare i problemi. Serve un cambio di passo deciso, responsabile e coraggioso: sul lavoro stabile, sulla competitività industriale, sulla valorizzazione dei giovani, sull’equilibrio del sistema previdenziale e sulla lotta alle disuguaglianze. La Toscana ha bisogno di politiche nuove, visione lunga e leadership all’altezza delle sfide.