Tramvia a Campo di Marte: un’opera da 360 milioni che rischia di stritolare il quartiere

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Il nuovo tracciato attraversa aree residenziali e commerciali già congestionate, con cantieri e curve strette che rischiano di stravolgere la quotidianità degli abitanti di Campo di Marte

 

Il progetto definitivo della nuova linea tranviaria 3.2.2 da piazza Libertà a Rovezzano è stato approvato dalla giunta comunale. Un tracciato di 6,1 km, 15 fermate, due grandi opere infrastrutturali (il sottottraversamento del cavalcavia delle Cure e il sovrappasso del Mensola all’altezza di via della Chimera) e un costo complessivo che supera i 360 milioni di euro, finanziati con fondi pubblici statali ed europei. Eppure, dietro il trionfalismo della sindaca Funaro e dell’assessore Giorgio, si alzano voci critiche sempre più preoccupate per l’impatto che quest’opera potrebbe avere, in particolare su Campo di Marte e viale dei Mille.

Secondo Palazzo Vecchio, la nuova tratta è un tassello strategico per un sistema tranviario “moderno, efficiente e sostenibile” che porterà fino a 9 milioni di passeggeri all’anno su questa linea, riducendo l’uso dell’auto privata e abbattendo le emissioni di CO₂. Ma non tutti condividono questa visione ottimistica. A sollevare dubbi è il consigliere comunale Alessandro Draghi (FdI), che definisce il passaggio su viale dei Mille una “scelta profondamente sbagliata e mortale per la vivibilità e per il commercio della strada” – una critica che riflette i timori di molti residenti e commercianti della zona.

Draghi inoltre chiede: perché non utilizzare viale Paoli, una strada già più votata alla mobilità e meno densa di attività commerciali?”. L’alternativa era sul tavolo, ma è stata scartata a causa del rischio di blocchi durante le partite allo stadio. “Ma c’è davvero bisogno di transitare in viale Malta – continua Draghi – se questo comporta quattro curve ad angolo retto, con tutto il rumore che ne consegue per lo stridere dei binari?”.

Nonostante l’entusiasmo della giunta, il sospetto è che ancora una volta si sia preferito un approccio “a tavolino”, senza un reale confronto con il tessuto sociale ed economico del quartiere. Campo di Marte, con le sue peculiarità residenziali e sportive, rischia di essere trasformato in un corridoio tecnico, sacrificando esigenze locali sull’altare della cosiddetta “transizione ecologica”?

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