Di Federico Martini
Leggo sulla stampa locale che a Firenze sono installate 1900 isole ecologiche, l’eufemismo con cui vengono chiamati i cassonetti di nuova generazione. Quelli con le chiavi, per capirsi, che poi vengono usati anche senza chiavi, specie da quanti vanno a scaricare la spazzatura in cassonetti altrui per non eccedere nel peso e dover pagare una Tari maggiorata.
Facendo i conti, considerato che le isole ecologiche interessano entrambi i lati della strada, tormentano almeno 3800 famiglie che vivono al pian terreno. In molti casi i cassonetti non distano neanche un metro dalle finestre che, per forza, restano sempre chiuse. A parte il panorama, puzza e rumori non perdonano.
Ma se si tratta di condomini, le famiglie in questione aumentano vertiginosamente. Moltiplicando per cinque, si ottiene una media attendibile.
Fa circa ventimila famiglie e, ipotizzando tre componenti a testa, si arriva a 60 mila persone. Le quali, ogni giorno, subiscono, oltre alla puzza, gli sbatacchiamenti di quanti gettano la spazzatura, dell’apri e chiudi dei portelli, e l’anda-rianda dei camion dell’Alia che passano a ritirare la mercanzia ogni cinque o sei ore, molto rumorosamente anche a mezzanotte e all’alba, con strepito di freni, stridore di gru e accelerate del motore.
Tutto ok. Ma sarebbe civiltà se purtroppo non toccasse sempre ai soliti, se l’isola ecologica davanti casa non fosse una condanna a vita, se la città, cioè Alia o chi per lei, ritenesseopportuno e giusto pianificare periodici trasferimenti, diciamo ogni cinque anni, in modo che il problema venga condiviso: oggi tocca a me, domani a te, dopo domani a un altro, e così via. Ogni cinque anni.
Impossibile? Già mi pare di sentire le proteste: ma come si fa? Ma costerebbe chissà quanto? Ma, ma, ma. Però lo dico anch’io ma. Ma quei disgraziati che i cassonetti li sopportano in silenzio da decenni? Non si tratta di una maledizione divina, bensì di una scelta di Alia secondo sue convenienze operative. Che salvano alcuni, ma condannano altri.
Sarebbe dunque ora di ristabilire un equilibrio: o si fa un po’ per uno, oppure chi ha i cassonetti davanti casa o negozio non paga la Tari. Non ho idea di cosa convenga, ma mi è molto chiara l’attuale disparità di trattamenti. Chi cornuto semplice, ma anche chi cornuto e mazziato.
Ecco un’occasione per la politica di applicare il famoso brocardo che parla di égalité, fraternité.
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