Volevate questa Firenze? Il cubo nero e una denuncia partita già il 6 maggio ma abbuiata (come sempre)

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Il caso del cubo è detonato nelle ultime settimane di agosto ma a segnalarlo per primo “è stato Massimo Sabatini della mia lista civica, il 6 maggio 2025″, però “non è stato ascoltato da nessuno, né ripreso dalla stampa”. E quando il cubo di Corso Italia “è stato svelato – e non con una cerimonia, ma quando sono stati tolti i teloni di protezione del cantiere e tutti hanno potuto vederlo –, sono stato tra i primi a stigmatizzare lo scempio”. Lo ha detto, nel corso di una lunga intervista a Finestre sull’Arte, Eike Schmidt, consigliere comunale e capogruppo, nonché direttore del Museo di Capodimonte.

Schmidt, che nei giorni scorsi ha parlato al Times e oggi non ha risparmiato critiche alla sindaca Funaro, fa riferimento a quanto scritto dal consigliere Sabatini in data 6 maggio sul suo profilo Facebook, in netto anticipato sulle polemiche e critiche di queste settimane sul neonato cubo (oggi, grazie al lavoro di Nadia Fondelli, La Firenze che vorrei ha rivelato i documenti della Soprintendenza). “Volevate questa Firenze? Ecco cosa ci sarà al posto del Teatro Comunale – aveva denunciato allegando una foto inequivocabile del cubo -. (…) Io sono stato convinto oppositore del piano delle alienazioni di Renzi nel 2010 (quello che mise il teatro in cessione per 44 milioni, ma poi fu passato per poco più della metà a Cassa Depositi e Prestiti, che poi l’ha venduto a privati), poi lo sono stato di tutte le scelte di Nardella e ora di quelle di Funaro. Ma non serve essere un oppositore politico di questa amministrazione per essere contrario a questo scempio. Basta essere un cittadino fiorentino, che ama le cose belle e non le azioni che trasfigurano la città”.

Nel corso dell’intervista a Finestre sull’Arte, Schmidt è tornato sull’idea di un esposto all’Unesco: “Sembra chiaro che le consuete soglie e procedure della tutela abbiano fallito in qualche modo. A Dresda e Liverpool l’Unesco ha addirittura tolto la status di Patrimonio dell’Umanità, sempre in base a un nuovo edificio o un nuovo ponte. Stiamo mettendo insieme degli elementi oggettivi da trasmettere all’Unesco. Il nostro obiettivo ovviamente non è quello di far eliminare Firenze dai siti Unesco, ma l’opposto – ha sottolineato Schmidt -: garantire la permanenza di Firenze, magari con prescrizioni su modifiche all’edificio incriminato, forse un altro “cartellino giallo” formale, che Firenze peraltro ha già subito una decina d’anni fa”.