Tomasi: “Serve un Cpr in Toscana, chi dice no è ipocrita. Troppe pattuglie costrette a trasferte fuori sede, così si indebolisce il presidio del territorio”
“Voglio un Cpr in Toscana che sia piccolo, che sia umano, che non sia un lager”, ha dichiarato Alessandro Tomasi, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Toscana, intervenendo ai microfoni di NovaRadio. Una presa di posizione che mette al centro della campagna elettorale il tema sicurezza e gestione dei rimpatri.
“È un’ipocrisia dire di non volerlo quando poi ogni giorno dalla Toscana partono decine di pattuglie che portano le persone fermate perché hanno commesso crimini importanti, e li porta in un Cpr di un’altra regione”, ha spiegato Tomasi, criticando duramente l’attuale assetto che, secondo lui, penalizza l’efficienza delle forze dell’ordine. “La Toscana viene privata di decine di pattuglie che devono portare in un’altra regione queste persone, stare due-tre giorni fuori, poi non possono tornare a lavorare, e quindi non possono fare quel lavoro per cui sono pagati, che è presidiare i quartieri, presidiare i parchi, combattere la microcriminalità”, ha aggiunto il candidato.
Il suo progetto prevede un centro unico in Toscana, ma non esclude anche la possibilità di un secondo sito, dedicato in particolare a chi delinque nel contesto dello spaccio di droga, come proposto dal deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli. “Se vieni in Italia, spacci e delinqui, è giusto che tu venga rimpatriato nel Paese da dove vieni”, ha affermato Tomasi, rilanciando la necessità di dotare la regione di strumenti concreti per il controllo del territorio e per la gestione efficace dell’immigrazione irregolare.
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