Una regione divisa tra passato, presente e futuro: Giani si affida ai numeri, Tomasi conquista con concretezza, Bundu propone un cambio di paradigma su sanità, ambiente e diritti civili
Ieri, nella cornice del Palazzo dei Congressi, il dibattito organizzato da La Nazione ha acceso i riflettori sulla corsa alla presidenza della Regione Toscana in quest’ultima settimana di campagna elettorale prima delle elezioni. Tre i protagonisti sul palco: Eugenio Giani, Alessandro Tomasi e Antonella Bundu. I temi affrontati – sanità, sicurezza, infrastrutture, ambiente, economia e turismo – hanno offerto ai candidati l’occasione per delineare visioni profondamente diverse.
Alessandro Tomasi è stato il più applaudito per il tono concreto, la chiarezza delle proposte e una postura sempre controllata ma determinata. Ha parlato di lavoro e distretti produttivi, di sprechi nella sanità, promesso una Toscana più efficiente e meno burocratica, e ha lanciato la sfida: “Le battaglie impossibili sono quelle che ho sempre vinto”. La sua performance ha colpito per equilibrio tra pragmatismo e capacità comunicativa.
Eugenio Giani, oratore professionista, ha mostrato i segni di una retorica un po’ logora ed è apparso a tratti nervoso, sotto pressione, incapace di scaldare la platea. Fischi e freddezza hanno accompagnato alcune sue risposte, specie sui temi della mobilità e della sicurezza, dove ha difeso scelte impopolari come il pedaggio sulla Fi-Pi-Li e la contrarietà ai Cpr. Il presidente uscente ha mostrato il volto di una politica che appare logorata dopo 5 anni al Governo della Toscana, 5 anni in cui poche delle promesse fatte sono state mantenute. “La Toscana è già un modello”, ha detto, ma la sensazione diffusa è che quel modello non convinca più.
Antonella Bundu ha portato al dibattito posizioni chiare e coerenti su sanità, ambiente e diritti civili, ispirate a una forte visione di giustizia sociale e transizione ecologica. Tuttavia, il suo stile comunicativo, a tratti troppo austero, ha faticato a generare un impatto emotivo significativo, risultando meno coinvolgente rispetto agli altri candidati.
Il confronto ha dunque messo in luce tre approcci opposti: Giani difende la continuità ma appare affaticato, Bundu propone una rottura radicale ma non entusiasma, mentre Tomasi incarna una voglia di cambiamento e lo fa con uno stile sobrio, credibile e centrato sui problemi reali. In un momento in cui la fiducia verso la politica è ai minimi storici, la figura di un leader determinato, competente e fresco come Tomasi potrebbe rappresentare alternativa concreta, capace di ascoltare, analizzare e decidere mettendo al centro l’interesse dei cittadini. Il 12 e 13 ottobre sarà il voto a dire l’ultima parola, ma se il termometro è stato questo dibattito, qualcosa sta cambiando in una Toscana che vuole voltare pagina.
Di seguito una sintesi tematica per ciascun candidato, che raccoglie e organizza le posizioni programmatiche espresse durante il dibattito:
Alessandro Tomasi (centrodestra)
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Sanità: Taglio agli sprechi (mille rivoli in 8 miliardi di bilancio), più coinvolgimento di farmacie e terzo settore. Priorità alla gestione efficiente delle liste d’attesa.
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Sicurezza: No alla “polizia granducale” proposta da Giani, sì al potenziamento della polizia locale e alla riqualificazione delle periferie. Favorevole ai Cpr, contro “l’ipocrisia” sul tema.
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Aree interne: Visione d’insieme per la rinascita dei borghi, digitalizzazione e infrastrutture. Critico verso i “bandi spot”, propone un piano di sviluppo locale strategico.
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Infrastrutture: Contrario alla creazione di Toscana Strade Spa e al pedaggio sulla Fi-Pi-Li. Serve un piano concreto e immediato, cantierabile nei primi sei mesi.
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Economia e lavoro: Toscana competitiva, sburocratizzazione, distretti tra università e imprese. Il lavoro nasce dal sistema produttivo, non dai sussidi.
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Ambiente ed energia: Transizione ecologica sostenibile, ma con tempi certi e senza ostacolare le imprese.
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Turismo: Semplificazione normativa, promozione strategica unica, focus sul turismo esperienziale. Contro la burocrazia eccessiva.
Eugenio Giani (centrosinistra)
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Sanità: Difesa del “modello toscano”. Estensione delle case di comunità, rafforzamento della sanità territoriale.
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Sicurezza: Sì al supporto alla polizia municipale con fondi e formazione. No deciso ai Cpr, definiti luoghi di degrado e detenzione impropria.
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Aree interne: “Toscana diffusa” come “anima della regione”. Fondi per infrastrutture locali e bandi specifici per i Comuni.
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Infrastrutture: Sostiene la creazione della società Toscana Strade. Piano per ammodernare la Fi-Pi-Li con pedaggio per i tir per finanziare i lavori.
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Economia e lavoro: Orgoglio per l’attrazione di grandi investimenti. Accordi di programma come strumento di rilancio.
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Ambiente ed energia: Obiettivo 66% di autoproduzione energetica. Piano da 400 milioni sulla geotermia per 16 Comuni.
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Turismo: Nuova legge regionale per rafforzare la governance locale e dare ai Comuni strumenti contro gli affitti brevi. Critiche al Governo per averla impugnata.
Antonella Bundu (sinistra )
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Sanità: Rilancio del servizio pubblico, abbattimento delle liste d’attesa in tre anni con fondi ordinari, internalizzazione dei servizi, stipendi sanitari di livello europeo.
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Sicurezza: No netto ai Cpr, definiti “tortura legale”. Critica alla narrazione sull’insicurezza causata dall’immigrazione. Più welfare, meno repressione.
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Aree interne: Denuncia gravi disuguaglianze territoriali. Più mobilità, scuole accessibili e messa in sicurezza del territorio.
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Infrastrutture: No alla logica del trasporto su gomma, sì al rilancio del trasporto ferroviario. Contraria al pedaggio sulla Fi-Pi-Li.
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Economia e lavoro: Ruolo attivo del pubblico nella reindustrializzazione. Critica ai grandi gruppi privati e alle delocalizzazioni.
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Ambiente ed energia: Stop ai fossili, più comunità energetiche rinnovabili, uso più efficace dei fondi PNRR.
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Turismo: Contro la concentrazione degli affitti brevi, più poteri ai Comuni e più diritti ai lavoratori del settore.