Caro Lorenzo, ti scrivo ora perché ieri non sono riuscito; mi scuserai.
Alla notizia imprevedibile e tristissima sono rimasto senza parole, ho solo pianto, come non mi succedeva da tempo.
Come sempre, negli ultimi due anni, ci eravamo sentiti poche ore prima quando hai avuto l’ennesimo pensiero gentile di preoccuparti della mia salute dopo l’intervento chirurgico e nell’occasione mi hai incoraggiato dicendomi che avevamo ancora tante battaglie da fare insieme per migliorare Firenze e la Toscana.
La politica a volte è bella e crea situazioni irripetibili.
Conoscevo da sempre Francesco, tuo babbo, ma il percorso che abbiamo intrapreso insieme prima, per Firenze con Eike, ed ora, per la Toscana con Tomasi ci ha fatto conoscere meglio.
Sono emersi ideali condivisi, sensibilità concordanti e stima reciproca.
La tua bella famiglia può essere orgogliosa, in te ho potuto apprezzare tante qualità che loro conoscono bene: la signorilità innata, l’altruismo, la sportività nel saper accettare il risultato rispettando l’avversario, ma anche l’esserci sempre per risolvere i problemi degli altri; un vero Cristiano impegnato in politica: un vero Democristiano.
Caro Lorenzo, in questi giorni che ti ho visto piacevolmente impegnato ho pensato spesso che probabilmente per te affrontare una campagna elettorale, in prima persona, ha avuto una doppia valenza ed ha rappresentato tanto nelle tue corde piu profonde.
Ha significato ripercorrere strade e sentieri che oltre a darti la consapevolezza che tante persone ti vogliono bene per quello che sei e per quello che hai fatto nella vita ti hanno probabilmente anche avvicinato al vissuto di tuo babbo.
E questo te lo hanno fatto comprendere ancora meglio nella fatica quotidiana, nelle delusioni ma anche nelle soddisfazioni della campagna elettorale.
Voglio lasciarti così pensando che dovevi fare questa bella esperienza prima di lasciarci e l’hai fatta.
Stanotte ti ho sognato, eravamo impegnati e lavoravamo a fianco e te eri in piena forma, bello, elegante, disponibile per gli altri.
Ti sei cambiato perché dovevamo partecipare ad una festa e volevi essere in ordine, ma tutti noi e la tua famiglia per prima era impegnata nel farti una sorpresa: la festa che ci sarebbe stata di lì a poco era per te!
Mi unisco nella preghiera a Sant’Agostino:
“La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle”.
Paolo Bambagioni (presidente della Commissione Controllo del Comune di Firenze e già coordinatore di “È Ora!” per Tomasi presidente)
