Come le antiche mura di Arnolfo fermano l’offensiva della famelica mieti-verde, così l’agile foglio de La F che vorrei (F sta per Firenze, non s’abbia ad accigliare qualcuno in questo mondo di signorini), interrompe un declino e, soprattutto, una sudditanza, ai quali ci eravamo – quasi – rassegnati. Un’altra storia è ancora possibile e qualcuno doveva mettere un punto a questa lunga ritirata. Questo lungo inverno, mi ripeto, finirà. Prima però c’è la lotta, le dita negli occhi ai potenti, il pensare diversamente, la dissidenza e il sabotaggio. Grazie a coloro che, dando una parte dei frutti delle loro fatiche, permettono di mandare avanti LFCV, dando un giusto compenso ai vari – bravi – collaboratori. Tutti abbiamo gli stessi problemi come tutti gli altri fiorentini, tutti prendiamo lo stesso, il motto è “lavorare insieme, mangiare lo stesso pane” (lo ha detto un uomo del Seicento). Noi parliamo di genocidio quando qualsiasi popolo viene massacrato, noi parliamo di albericidio quando il verde viene massacrato, noi critichiamo la rendita e i rentiers. Forse, anche per questo, LFCV ha pubblicato 1790 articoli, riuscendo ad ottenere 128.000 visitatori unici, i quali leggono in media almeno 2 articoli per uno. A Firenze si può – si deve – fare informazione in questo modo. Ci vogliono poveri e mansueti. Ci vogliono soli e rintanati in casa. Ci vogliono esuli in casa nostra. A questo giro ci hanno fatti svegliare.
