Linea T2 in ginocchio il giorno di Capodanno: il prezzo salato di anni di segnalazioni ignorate e degrado tollerato
Di Roberto Vedovi
Mentre il 2025 si avvia alla conclusione in modo drammatico e amaro, nella notte tra il 30 e il 31 dicembre è divampato un incendio devastante sotto il ponte Margherita Hack, in viale Redi a Novoli. Circa cinquanta metri di cavi di media tensione della tramvia sono stati divorati dalle fiamme, nate – secondo le prime ricostruzioni – da masserizie accatastate in un bivacco abusivo, verosimilmente occupato da una coppia di senzatetto.
Fonti autorevoli (La Nazione, FirenzeToday, Corriere Fiorentino, Controradio) riferiscono di un massiccio intervento dei vigili del fuoco protrattosi fino alle 2:30, con evacuazione dei fumi dal garage San Donato e urgenti verifiche sulla staticità delle strutture. Esito: la linea T2 è stata interrotta tra viale Redi e Novoli-Regione Toscana. I tram sono stati limitati da Peretola a Novoli e da San Marco a Redi, con bus sostitutivi improvvisati e diverse fermate chiave soppresse.
Al momento non è dato sapere quando la T2 potrà tornare a funzionare a pieno regime: la circolazione resta sospesa in attesa del ripristino degli impianti danneggiati e delle necessarie collaudazioni tecniche, come comunicato da GEST e confermato da tutte le testate.
I disagi, quindi, non si esauriranno nella sola notte di Capodanno – quella stessa notte in cui l’amministrazione Funaro aveva sbandierato un servizio tramviario “no stop” con corse potenziate verso le piazze dei festeggiamenti. Migliaia di cittadini dovranno invece affrontare code chilometriche, bus sovraffollati e una viabilità già al collasso in una zona martoriata da anni di cantieri. I contraccolpi si protrarranno per settimane (o forse mesi?), colpendo pendolari, studenti universitari e residenti ben oltre il periodo delle feste.
Questo non è un episodio isolato, bensì l’epilogo tragico di un 2025 segnato da un’incuria sistematica, da un’accoglienza priva di regole e da un’assoluta mancanza di controllo del territorio da parte della giunta di centrosinistra.
L’area sotto il ponte Hack, lungo l’alveo del Mugnone, è da anni teatro di insediamenti abusivi e bivacchi. Lo denunciano da tempo il consigliere Alessandro Draghi (Fratelli d’Italia) e il Comitato Cittadini Attivi di San Jacopino. Segnalazioni ignorate, sgomberi mai eseguiti, recinzioni promesse e mai realizzate: l’amministrazione ha scelto di voltarsi dall’altra parte, perseguendo una politica di “accoglienza senza regole” che ha progressivamente trasformato porzioni di città in zone franche di degrado, con esiti ormai catastrofici.
E che dire della passerella elettorale sulla ciclabile di viale Redi, effettuata appena due giorni prima del voto regionale del 12-13 ottobre? L’assessore alla Mobilità Andrea Giorgio e il presidente del Quartiere 5 hanno passeggiato su quel percorso inneggiando a una fantomatica “Bicipolitana” sicura e moderna. Una messa in scena ipocrita, un puro spot propagandistico: chiunque frequenti quotidianamente quella zona – ciclisti, pedoni, automobilisti – sa benissimo che sotto i viadotti si annidano bivacchi, immondizia e insicurezza. Eppure, zero interventi, zero risposte concrete alle ripetute segnalazioni dei cittadini.
Una sordità ostinata che ha trasformato un’infrastruttura strategica in una potenziale (e purtroppo realizzata) sciagura, con danni operativi, economici e d’immagine gravissimi: riparazioni che costeranno decine (o forse centinaia?) di migliaia di euro ai contribuenti, disagi quotidiani per pendolari, studenti del polo universitario di Novoli e turisti in arrivo all’aeroporto.
In un anno in cui Firenze ha cercato di promuoversi come città moderna, sostenibile e “green”, con la tramvia a fare da vetrina del progresso, questo incendio rivela invece tutta la fragilità di un sistema gestito con troppa leggerezza e troppa ideologia.
I fiorentini sono stanchi. Stanchi di non essere ascoltati. Stanchi di vedere il degrado avanzare mentre si susseguono solo proclami e passerelle. Da anni segnalano problemi, invocano sicurezza, chiedono interventi seri: ricevono in cambio solo belle parole. Questa amministrazione deve smettere di ignorare la voce di chi paga le tasse, lavora onestamente e desidera semplicemente una città vivibile, decorosa e sicura – non un laboratorio di lassismo ideologico.
Se non ci sarà un cambio di rotta immediato e concreto, la delusione e la sfiducia dei cittadini continueranno a crescere, rendendo via via più difficile amministrare una città che meriterebbe ben altro destino.
Il 2025 si chiude così, nel modo peggiore possibile: con le fiamme del degrado che divorano anche le ultime speranze di un futuro migliore.
Foto: Welcome to Florence

