Firenze sempre col segno meno: via anche il Consolato Usa. I renziani contro il governo: “Ennesimo fallimento diplomatico di Meloni”. Fdi: “Pensino ai consensi, non ai consoli”

GERMOGLI PH: 2 MARZO 2024 FIRENZE MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA DAVANTI AL CONSOLATO DEGLI STATI UNITI D'AMERICA NELLA FOTO

La chiusura del Consolato Usa di Firenze al centro delle scaramucce politiche, ma c’è un problema più profondo per la città e il suo tessuto produttivo.

 

Evidentemente non basta avere il governo più trumpista dell’Occidente per essere risparmiati, né basta porsi come “mediatori” – più o meno richiesti – tra Europa e Usa. Nel grande processo di snellimento imperiale degli Usa, mentre i dazi restano – è bene ricordarlo – per tutti già al 10% (qualora entrassero in vigore quelli al 20% l’Italia perderebbe circa mezzo punto di PIL secondo un report di Intesa San Paolo), la mannaia dei tagli si abbatte anche sull’Italia. E su Firenze in particolare. Del resto, si tratta di una guerra economica e commerciale, che passa anche dal rendere più difficile la vita alle aziende italiane che operano, o vorrebbero operare, negli Usa. Sicuramente, anche il territorio non ha dimostrato grande attenzione al Consolato negli anni; anzi, non è mai stato valorizzato il legame culturale, dunque economico, tra la città gigliata e gli States. A sollevare la polemica è stato il partito il cui leader è sempre stato considerato vicino Michael Ledeen.

“La decisione degli Stati Uniti di chiudere il Consolato a Firenze, insieme ad altre sedi consolari in Italia, è un fatto gravissimo, che penalizza cittadini, imprese e istituzioni del nostro territorio. Sono centinaia le aziende americane attive in Toscana, molte delle quali con sede a Firenze: è fondamentale imporre la massima attenzione per evitare che decidano di spostarsi altrove, magari in città dove la presenza consolare statunitense sarà mantenuta”, hanno dichiarato ieri Francesco Casini e Francesco Grazzini, consiglieri comunali di Italia Viva.

“Oltre al danno economico – proseguono – si somma la perdita di un presidio fondamentale anche per i tanti cittadini e studenti americani che vivono, studiano e lavorano nella nostra città e nella nostra regione. Il Consolato rappresenta un punto di riferimento strategico per le relazioni culturali, istituzionali e imprenditoriali tra Firenze e gli Stati Uniti”. “Ancora più preoccupante – aggiungono – è l’ennesimo fallimento del Governo italiano: la Premier Meloni si è recata in visita ufficiale dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ma non è riuscita né a ottenere risultati concreti su temi fondamentali come i dazi, né tantomeno a impedire la chiusura di presidi consolari vitali per i rapporti bilaterali”.

“Quella della Meloni non è diplomazia, ma semplice propaganda. È inaccettabile che un governo che si definisce atlantista non sia in grado di difendere neppure la presenza consolare americana in città simbolo come Firenze, cuore della cultura, della ricerca e dell’economia italiana. Un altro segnale dell’isolamento internazionale in cui sta trascinando l’Italia”.

Casini e Grazzini chiedono infine alla Sindaca e a tutte le istituzioni locali di farsi sentire con forza: “Il Comune di Firenze e Palazzo Vecchio devono attivarsi immediatamente per tenere alta l’attenzione su questo tema. Noi saremo al fianco dei cittadini americani che, anche nei giorni scorsi, hanno manifestato contro questa chiusura. È in gioco il prestigio internazionale della nostra città e la tenuta del suo tessuto economico e sociale”.

Non si fa attendere la replica di Fratelli d’Italia. “Coinvolgere la Presidente del Consiglio – hanno detto i consiglieri consiglieri di Fratelli d’Italia Angela Sirello (capogruppo), Matteo Chelli, Alessandro Draghi e Giovanni Gandolfoin una questione che riguarda l’organizzazione interna degli Stati Uniti è qualcosa che supera il patetico attacco politico: siamo in piena auto-satira involontaria. Non ci stupisce, del resto, l’ennesimo attacco sul nulla cosmico, proveniente da chi – con voce sempre più flebile – tenta disperatamente di esistere nello scenario politico. È l’ennesima dimostrazione di chi guarda il dito e non la luna, anzi, in certi casi nemmeno il dito. Dispiace per la scelta del Governo americano, e faremo la nostra parte per tutelare la presenza del consolato a Firenze, sempre nel rispetto delle decisioni sovrane degli Stati Uniti. A Italia Viva rispondiamo con un sorriso: preoccupatevi meno dei consoli e un po’ di più dei consensi”.

In copertina: copyright Fotocronache Germogli