Bambagioni attacca duramente la nuova intesa tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, accusandola di bloccare sviluppo e infrastrutture strategiche che da decenni mancano nella Toscana del PD
È un attacco frontale quello che il consigliere Paolo Bambagioni, esponente della Lista Civica Eike Schmidt e presidente della Commissione Controllo, rivolge alla nuova alleanza siglata ieri tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Al centro della polemica, la gestione dei servizi pubblici fondamentali, in particolare rifiuti e risorse idriche.
“Questo accordo fatto sulla pelle e sulle tasche dei toscani rischia di lasciarci indietro”, denuncia Bambagioni, puntando il dito contro le recenti scelte della maggioranza regionale. Il consigliere critica la decisione di rivedere il piano rifiuti approvato solo pochi mesi fa, definendola “totale incoerenza e schizofrenia”. In particolare, sotto accusa finisce la posizione della giunta sulla chiusura dei termovalorizzatori: “Il PD ha accettato – pur di tenere le poltrone – di rivedere il piano rifiuti approvato alcuni mesi fa, già deficitario rispetto ai bisogni reali della Toscana, e adesso si schiera per la chiusura dei tre (3 in una regione di 3 milioni e mezzo di abitanti) termovalorizzatori e per i ‘rifiuti zero’, uno slogan – quello sì – che va bene per tutte le stagioni.”.
Bambagioni sottolinea come senza impianti adeguati ogni discorso sull’autonomia nella gestione dei rifiuti resti lettera morta: “È immorale che una Regione come la Toscana non sappia gestire autonomamente i suoi rifiuti e li continui a mandare altrove”.
Analogo il discorso sull’acqua pubblica. Il consigliere critica l’idea di escludere il gestore idrico dalla futura multiutility e dalla possibilità di quotazione in Borsa, così come quella di tornare agli ambiti provinciali: “Ha poco senso tornare agli ambiti provinciali mentre, correttamente, da tempo si è passati agli ambiti per bacino idrografico”.
Le conseguenze, avverte Bambagioni, si riversano direttamente sui cittadini: “Le mancate scelte si traducono in costi per famiglie e imprese che vivono in una Regione bella ma anche laboriosa, purtroppo frustrata da una folle politica dei no”.