Basta un poco di pioggia e la città va giù. Tra blackout e cantieri la città è completamente in tilt, ma Funaro rilancia. Fuori dalle kermesse piddine si lavora sotto la canicola e si discute se il tempo di vestizione vada pagato. La Firenze sui giornali di giovedì 3 luglio

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L’improvviso nubifragio di ieri, breve ma intenso, è bastato per far cadere rami e cartelli, allagare strade e determinare interventi dei Vigili del Fuoco a scongiurare danni ben peggiori: una ciliegina sulla torta a coronamento degli ennesimi blackout dovuti ai «tanti turisti» e al «mangificio» (finalmente qualcuno che inizia ad accorgersene) che hanno determinato un eccesso di consumi e domande di fornitura di energia elettrica per reti e infrastrutture, lo ribadiamo, decisamente antiquate, e che hanno fatto addirittura rimanere alcune persone bloccate in ascensore e costretto gelatai a buttare via intere scorte di gelato. È quanto apprendiamo da La Nazione Firenze, Corriere Fiorentino, Il Tirreno Firenze e La Repubblica Firenze. Bloccata resterà, per due mesi, anche la linea T1 della tranvia per la sostituzione dei binari «usurati» nella curva tra viale Rosselli e via Iacopo da Diacceto, si apprende dalla prima e dagli ultimi due: evidentemente a Sara Funaro, che «si scusa per il disagio» è ignoto il proverbio «Meglio prevenire che curare». Ma magari si trattasse solo della T1: tra via Bolognese, il Ponte all’Indiano, viale Redi, via Romana, viale Giannotti, i lungarni, Campo di Marte e Coverciano (il Corriere Fiorentino ne ha fatto un inquietante elenco) si prospettano due mesi da incubo per interventi di dubbia utilità e programmati tutti insieme la cui giustificazione, esplicitata ieri alla kermesse del PD, è a dir poco patetica: è però vero che «noi le cose non è che le facciamo a caso», come ha provato a spiegare l’assessore Giorgio ripreso da La Nazione Firenze, infatti l’unica cabina di regia che finora si è vista consiste nel puntare, in modo sistematico e con rigorosità quasi marziale, ad arrecare quanti più disagi possibile al cittadino, a comprimere spazi e soprattutto ad arraffare i soldi del PNRR per le casse stremate del Comune tramite la mangiatoia dei lavori pubblici che a niente servivano prima e che niente cambieranno dopo, se non in peggio. Chi lavora veramente lo fa sotto la canicola dell’ondata di afa che da giorni opprime la città: la CGIL continua la sua opera di denuncia delle condizioni di lavoro degli operai in deroga all’ordinanza in merito della Regione. È il Corriere Fiorentino ad averle dato voce, evidenziando l’aspetto per il quale è tra i privati che c’è meno rispetto delle regole. Secondo Il Tirreno, si tratta di 180.000 lavoratori che l’ordinanza anti-afa non salva, tra tipo di lavoro, inquadramento contrattuale e negligenza padronale. Sulla sezione fiorentina di quest’ultimo apprendiamo con sconcerto che persino il tempo per cambiarsi è al centro di discussioni coi sindacati sull’opportunità o meno di retribuirlo. Fortunatamente per la civiltà che vantiamo, è stata la CGIL a spuntarla sull’ASL e, com’era già ovvio senza bisogno di aprirci un contenzioso, va retribuito. Fallisce invece la nuova protesta dei sindaci contro i ritardi dei treni a causa…di un ritardo di 50 minuti del treno da San Giovanni Valdarno a Firenze, mentre i pendolari contestano un’ennesima esclusione dai tavoli istituzionali (il prossimo è in programma per il 17 luglio) e dalla mobilitazione stessa, come si legge con amara ironia sul Corriere Fiorentino. All’attacco anche il consigliere regionale Marco Stella sui 200 cantieri aperti in contemporanea in tutta Firenze, una situazione giustamente definita «fuori controllo» per il caos, i disagi continui e la totale mancanza di programmazione, secondo quanto riportato sul Tirreno Firenze. Riapre Borgo San Frediano, chiusa nel 2023 per rischio cedimento strutturale a seguito del crollo della fognatura ottocentesca, ma col consigliere Sabatini (Lista Schmidt) che ha legittimamente domandato la garanzia documentata e verificabile che non ci siano rischi per l’ingente traffico che vi transita. Il trafiletto in tema è del Corriere Fiorentino, sul quale è menzionata altresì la contestazione del Comitato Salviamo Firenze ai “furbetti dei torpedoni” che hanno cominciato a emergere subito dopo la promulgazione del divieto di fermata sui lungarni, scaricando abusivamente turisti sul Lungarno Ferrucci aiutati dai caddies. Chi comunque temeva per i turisti americani ha sicuramente tirato un sospiro di sollievo per l’annuncio del console americano, pubblicato su La Nazione Firenze, per il quale il Consolato «è salvo» in quanto non verrà definanziato dal Dipartimento di Stato. Sono però più da salvare i residenti di Novoli e via Cavour dalla criminalità imperante, come testimoniano altri due articoli nella stessa testata: nella prima hanno dovuto assistere a una maxi rissa tra 30 stranieri nel tratto compreso fra via Torelli e via Toscanini; nella seconda hanno avviato una raccolta firme per far allontanare un giovane nordafricano tossicodipendente senza tetto che molesta turisti e ragazze e si dà ad atti osceni in luogo pubblico, minacciando e mostrando anche oggetti atti a offendere. A ciò si aggiunge il giallo di una donna tedesca di mezza età trovata morta a San Godenzo con evidenti ferite su tutto il corpo e un sasso insanguinato accanto al suo cadavere, come ricostruito da La Repubblica Firenze e La Nazione Firenze: ben si comprende l’esasperazione dei cittadini emersa alla conferenza stampa coi rappresentanti delle forze di polizia stamattina in un altro luogo simbolo del degrado e della criminalità che regnano a Firenze, ossia l’Hotel Adriatico in via Maso Finiguerra, davanti all’ex Fulgor. (JCM)

 

In copertina: Copyright La Firenze che Vorrei