Firenze resta a sinistra, ma il crollo del PD è un segnale d’allarme per Funaro
Di Paolo Ermini
Il voto dei Comuni capoluogo per le regionali della Toscana ha riservato molte sorprese.
Il dato più rilevante e’ il successo di Eugenio Giani in quasi tutte le città amministrate dal centrodestra. Con la sola eccezione di Grosseto che ha premiato Alessandro Tomasi. Il candidato del centrodestra non è riuscito a prevalere neppure a Pistoia, la sua città, nonostante gli apprezzamenti che non gli sono mancati, come sindaco, anche da parte dei suoi avversari. Pd in gran recupero a Pisa, Lucca e anche a Siena dove, di fatto, si è ripreso tutto il suo tradizionale elettorato. Ma forse il risultato più positivo il Pd lo ha conseguito a Prato, a pochi mesi dallo sconquasso provocato dall’inchiesta a carico della ex sindaca Bugetti costretta alle dimissioni.
Infine, Firenze. La vittoria di Giani in tutta la regione ha messo la sordina al tracollo del Pd nella capitale della Toscana. A Firenze Comune Giani ha prevalso con il 56 per cento dei voti, grazie all’exploit di Casa Riformista (15,2 per cento) e al successo di AVS (10,4 per cento); il Pd invece e’ tracollato dal 38,5 per cento di cinque anni fa al 27,7 per cento. Completa il quadro lo squillante 7,2 per cento di Toscana Rossa. E’ qualcosa di più di un forte campanello di allarme per la giunta di Sara Funaro. Solo nel Quartiere 4 il Pd ha superato la soglia del 30 per cento. E basta andare a scandagliare i risultati nelle varie sezioni elettorali per capire la portata dell’insuccesso per il partito che governa Palazzo Vecchio in molte zone della città.
La sindaca dovrebbe tenere nel debito conto il verdetto dei fiorentini: la sua amministrazione non è stata promossa dagli elettori. Insicurezza, degrado, disservizi, autocompiacimento ingiustificato. Verrebbe da dare un consiglio a Sara Funaro: si liberi dalle incrostazioni del nardellismo e dal peso degli assessori inadeguati. Porti nel suo governo personalità autorevoli e capaci. E cominci ad ascoltare sul serio la città, le sue critiche, le sue attese. E’ ancora in tempo a cambiare strada. Altrimenti dovrà mettere in conto il rischio di essere l’ultima sindaca del centrosinistra a trazione Pd.
Pubblicato per concessione dell’autore.