Niente da fare: da queste parti anche ciò che teoricamente sarebbe già concluso non permette di tirar sospiri di sollievo. E così, dopo la puntualizzazione di Giani sulla data delle elezioni (che resterà il 12 ottobre, sì, ma «in mancanza di un election day», si aggiunge su Repubblica Firenze e Il Tirreno) in mezzo ai rimescolamenti delle liste, che potrebbero includere anche un “listone riformista” con Italia Viva sotto mentite spoglie, persino i cantieri diventano fatiche di Sisifo: con una Toscana intera «in ritardo sul PNRR» con solo il 37.9% di opere completate, è l’allarme di Repubblica Firenze e Corriere Fiorentino, al Comune non hanno trovato niente di meglio da fare che richiudere via Romana. Il motivo? «Una perdita di gas» a pochi giorni dalla conclusione dei lavori di Toscana Energia, che adesso andranno ricominciati perché «fatti male» per ammissione della stessa amministrazione, come si legge sul Corriere Fiorentino. I commercianti sono giustamente in rivolta e si conferma quanto in realtà di «utilità pubblica» in questi lavori stradali ce ne sia ben poca per non dire nessuna. Analogamente, quello che viene ritenuto “il nostro petrolio”, ovverosia il turismo, non genera di fatto alcuna ricchezza; e se per ora sono solo le industrie già strutturate e con solidi capitali alle spalle a permettere di parlare di un’illusoria «crescita» nei titoli trionfali di Repubblica Firenze e Tirreno Firenze: «Aumentano le imprese. A Firenze tra aprile e giugno 511 aziende in più», «Imprese: più nascite che cessazioni», dal primo giungono solo terminal abusivi dove si scaricano illegalmente turisti, come quello di Montelungo (La Nazione Firenze) e, ciò che è peggio, evasioni di tasse di soggiorno prolungate o consistenti: è il caso di un B&B che per due anni non ha pagato quanto doveva dichiarando 44 posti letto in meno di quanti effettivamente ve n’erano (Corriere Fiorentino) e di un altro che addirittura ha “grattato” 250.000€ inserendo perfino la keybox nella cassetta delle lettere (La Nazione Firenze e Il Tirreno Firenze). Un turismo che si accompagna a un falso lusso che comporta, tra le altre cose, un “ricarico” stellare dei prezzi degli immobili: secondo un’inchiesta di Idealista ripresa da Nazione Firenze, la nostra Piazza della Repubblica sarebbe infatti «la più cara d’Italia», con case che possono arrivare a costare fino a 3 milioni di euro, con un boom conosciuto nel periodo post-Covid. Gli echi di questa situazione insostenibili sono giunti fino a Como, con La Provincia che riporta la protesta dei commercianti che chiedono anche loro lo stop ai buttadentro, prendendo esempio proprio dalla città lombarda. Ma la crisi, com’è evidente, investe tutti i settori: protestano infatti anche gli agricoltori delle 35.000 aziende toscane che rischiano decurtazioni a un massimo del 20% per i nuovi regolamenti UE che li priverebbero dei fondi necessari per vivere. Il Corriere Fiorentino riporta che le associazioni di categoria hanno lanciato una mobilitazione a oltranza, e anche qui notiamo la sostanza fallimentare di un sistema di fondi dati a pioggia per anni senza alcun criterio e senza conservare quei fondamentali margini di autonomia e autosufficienza per far fronte a ogni rischio. E se nella società il fuoco cova sotto la cenere, a Monterotondo è divampato, ma purtroppo in senso letterale, seguendo a ruota Sesto Fiorentino: la causa, al momento, è stata identificata nel caldo, nel vento e nella presenza di una linea di tensione che ha complicato ancor più l’intervento dei vigili del fuoco. È quanto si legge su La Repubblica Firenze, contestualmente alla proposta della vicepresidente della giunta regionale, Stefania Saccardi, di un impiego dei carabinieri forestali in materie di competenza della Regione, proposta che ha avuto il via libera. (JCM)
In copertina: Copyright Fotocronache Germogli