Firenze divisa sul Fiorino d’Oro all’Associazione Luca Coscioni

annabel-podevyn-fUBZHfDAVmc-unsplash
Firenze divisa sul Fiorino d’Oro all’Associazione Luca Coscioni: il caso accende il dibattito politico

 

La proposta di assegnare il Fiorino d’Oro – il massimo riconoscimento civico della città – alla sezione fiorentina dell’Associazione Luca Coscioni infiamma il dibattito politico in Palazzo Vecchio e oltre. Presentata dai consiglieri Dmitrij Palagi e Antonella Bundu (Sinistra Progetto Comune), la mozione è passata in commissione con il voto favorevole della maggioranza, ma trova l’opposizione decisa di Italia Viva, che attraverso il consigliere Francesco Grazzini chiede alla sindaca Sara Funaro di non approvare l’iniziativa.

Fondata nel nome di Luca Coscioni, militante radicale malato di SLA, l’associazione è oggi un punto di riferimento nazionale sul tema del fine vita. Dal rifiuto dei trattamenti sanitari all’eutanasia legale, l’Associazione ha condotto campagne legislative e raccolte firme, arrivando anche a sostenere casi giudiziari come quello di Fabiano Antoniani (Dj Fabo), portato in Svizzera da Marco Cappato. La Corte costituzionale, con la sentenza 242/2019, ha riconosciuto la non punibilità dell’aiuto al suicidio in casi specifici, rilevando un vuoto legislativo e chiedendo al Parlamento di intervenire.

Secondo Palagi e Bundu, il riconoscimento alla Coscioni è un atto dovuto: “L’Associazione Luca Coscioni merita il Fiorino d’Oro della Città di Firenze. Con il suo impegno ha fatto emergere principi di dignità nei tribunali, evidenziando il vuoto politico su un tema fondamentale per ogni persona. La legge regionale della Toscana – sottolineano i promotori – “conferma l’utilità della disobbedienza civile”.

Di tutt’altro avviso Italia Viva, che affida la replica a Francesco Grazzini. “Il Fiorino d’Oro è il massimo riconoscimento civico della nostra città e, come tale, deve essere attribuito a chi ha offerto un contributo straordinario alla collettività, rappresentando valori ampiamente condivisi per la città di Firenze.Secondo il consigliere, assegnare il premio all’Associazione Coscioni sarebbe un errore, sia per la delicatezza del tema che per la mancanza di un reale legame con Firenze.

Da un lato, Grazzini contesta l’oggetto stesso del riconoscimento: Il punto infatti non è la libertà delle persone, ma quale sia la responsabilità del legislatore, che a mio parere, anche con la migliore commissione di esperti, non potrà mai riuscire a stabilire il punto in cui una vita smette di essere degna di essere vissuta”. Dall’altro, stigmatizza la modifica del testo originale: “La proposta iniziale prevedeva il riconoscimento a una persona fiorentina, per l’azione di “disobbedienza civile” di aver accompagnato una persona malata in Svizzera per accedere al suicidio assistito. La maggioranza ha però chiesto di modificare il testo per poter assegnare il fiorino in modo generico alla sezione locale dell’Associazione Coscioni. Ma così facendo si è perso qualsiasi legame concreto e verificabile con la città di Firenze. Se il criterio per il Fiorino d’Oro diventa l’avere una sede in città, allora potremmo proporre qualsiasi associazione del mondo tra le tante realtà che operano con dedizione e costanza sul territorio”.

Grazzini evidenzia anche le divisioni interne alla maggioranza: due consiglieri hanno infatti scelto di non votare in commissione. E lancia un appello alla sindaca: “Non si svilisca il senso di questo riconoscimento facendolo diventare la bandiera di una parte contro un’altra. Resti uno strumento di coesione civica e non di contrapposizione ideologica”