“La morte di Fiesoli conclude la triste vicenda della setta del Forteto. In questi giorni l’azienda ha cambiato proprietà dopo che anche gli ultimi tentativi di gestirla per interposta persona sono falliti”. A dirlo è Paolo Bambagioni, già presidente della Commissione d’inchiesta regionale sul Forteto, oggi consigliere d’opposizione a Palazzo Vecchio.
Fondato nel 1977 a Vicchio, nel Mugello, da Rodolfo Fiesoli, Luigi Goffredi e altri, il Forteto nacque come comunità agricola e cooperativa con l’intento dichiarato di proporre un’alternativa alla famiglia tradizionale. Ma dietro questa facciata si celava un sistema di abusi e maltrattamenti, e nel 1978 i fondatori vennero arrestati per violenze sessuali su minori. Ma nonostante una condanna definitiva nel 1985, il Forteto continuò a ricevere affidamenti di minori, anche disabili, con il sostegno – diretto o implicito – di istituzioni locali e nazionali.
Nel 2011 nuove testimonianze di ex ospiti riaprirono il caso, portando alla condanna definitiva di Fiesoli nel 2017 a oltre 15 anni di carcere per abusi e maltrattamenti. La vicenda scatenò un’ondata di indignazione e portò all’istituzione di commissioni d’inchiesta regionali e parlamentari. Nel 2018 la cooperativa fu commissariata, interrompendo ogni affidamento.
“Nella sua malvagità – aggiunge Bambagioni – Fiesoli ha condizionato la vita di molti e non ha voluto chiedere perdono alle vittime; anzi, ha negato fino in fondo le nefandezze compiute, tacendo sulle coperture avute negli anni”. “Di fronte alla morte c’è rispetto cristiano per una vita che va – prosegue – prendendo atto che si è condannato da solo non prendendo le distanze dai reati e dalle nefandezze commesse. Rimane la soddisfazione di aver contribuito a dare credibilità alle nostre istituzioni esercitando il nostro ruolo a favore delle vittime e a sostegno della giustizia, facendo emergere la verità“, conclude.
Paolo Bambagioni è stato una figura chiave nell’indagine istituzionale sul caso Forteto. Nel 2015 ha presieduto la seconda commissione d’inchiesta regionale della Toscana, incaricata di far luce sulle responsabilità politiche e istituzionali legate agli abusi nella comunità mugellana. Il lavoro della commissione si è concluso nel 2016 con una relazione unanime che ha messo nero su bianco il fatto che per anni il Forteto è stato protetto da ambienti politici trasversali, nonostante le condanne definitive già inflitte ai suoi fondatori. Le indagini hanno inoltre svelato una rete di coperture e connivenze che ha permesso a Fiesoli e ai suoi seguaci di agire impunemente per decenni.
La storia del Forteto ha segnato una delle pagine più buie nel sistema di protezione dei minori italiano, sollevando gravi interrogativi sul coinvolgimento di istituzioni e politici locali.
Foto: Copyright Fotocronache Germogli, l’arresto di Fiesoli nel Dicembre 2017 a Pontassieve