Giornata di grandi contraddizioni e cortocircuiti, soprattutto per la sinistra liberal e buonista e la coerenza, in realtà mai esistita, della giunta Funaro: chi dalla piazza “transfemminista” urlava al fascismo (tematiche sempre innovative per i fautori del progresso) facendo anche “nomi e cognomi” di quelli che con orgoglio rivendichiamo essere nostri referenti e collaboratori, dal Mondo che Vorrei ad Abusivismo e Degrado passando per Aria Nuova per Firenze, dovrebbe farsi un giro a Novoli e intervistare non le “fascistissime” forze dell’ordine, ma la FILCAMS CGIL e i lavoratori dell’Esselunga, scesi in sciopero non per il free-bleeding ma in solidarietà con una collega aggredita da uno straniero verso l’orario di chiusura mentre si trovava in bagno: secondo i resoconti di Repubblica Firenze, Corriere Fiorentino, La Nazione Firenze e Il Tirreno Firenze, la quale terza ha segnalato anche episodi di violenza tra “clienti critici” (leggasi ladruncoli), si tratterebbe di un nordafricano. A corollario, sono state riportate le testimonianze dei lavoratori stessi sull’insostenibilità della situazione generale, tra chi si è preso un cazzotto nello stomaco, chi deve andare in giro con spray al peperoncino e coltellini nel bauletto dello scooter e chi si trova perennemente minacciato, tra furti, insulti in arabo e gesti alludenti allo sgozzamento: non è un caso che, secondo un rapporto del Sole 24 Ore rilanciato da La Nazione Firenze, la nostra provincia si collochi al 36° posto per qualità della vita e sicurezza, addirittura terzultima in Italia per ricchezza e consumi: si calcolano infatti 13 anni di lavoro, o 164 buste paga, per potersi permettere due vani. Le uniche contromisure arrivano però contro i dehors, per i quali si prevederà da questo mese il ritiro totale della concessione in caso di lavori irregolari o di doppia violazione del regolamento in un solo anno, con annesso stop definitivo al loro aumento quantitativo nelle aree UNESCO e spazi esterni vietati in 60 strade: tale la sostanza di questa nuova stretta per come sintetizzata dalle stesse testate. Intanto però, informa la seconda, a due passi dalla Basilica di Santo Spirito arriverà una filiale della Mason’s Famous Lobster Roll, catena di fast food americana che servirà astice e altre pietanze con menu interamente in inglese, già presente a Milano e anche qua da noi, sul retro di Palazzo Roti Michelozzi, prendendo il posto di una bottega di decorazioni. Facile le è stato aggirare il cosiddetto “divieto anti-mangificio”, dacché pare che la licenza sia stata acquistata nel 2017, quindi prima della delibera, come spiegano, parecchio contrariati, dal Comitato dei Residenti. Una voce ancor più autorevole, riecheggiata sempre dal Corriere Fiorentino, e cioè quella del consigliere dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Firenze nonché coordinatore della Commissione Urbanistica ed Edilizia, lancia l’allarme sull’eccesso di strutture ricettive di lusso, paventando il rischio di un «effetto vetrina» che in realtà da anni si è già materializzato. Tutto fermo, invece, in Mugello, le cui opere di compensazione per la variante di valico dopo 14 anni sono ancora al palo, mentre un’inchiesta del Tirreno Firenze ha messo in luce il sostanziale immobilismo delle “grandi opere” finanziate col PNRR: «La media dell’avanzamento dei cantieri ponderata sul valore dei fondi è al 13%». Digitalizzazione, istruzione e inclusione coprono appena il 2%, le linee tranviarie Piagge-Campi Bisenzio e Piazza della Libertà-Bagno a Ripoli sono ferme all’1% e all’8% rispettivamente, quest’ultima stessa percentuale di completamento dei lavori allo stadio, mentre pagamenti e incassi si attestano al 13% e al 16%. Non difficile immaginare lo stato delle cose a Peretola: lo stesso giornale, insieme a La Nazione Prato, riporta del “no” compatto della Provincia di quest’ultima all’ampliamento dell’aeroporto. Suscita invece sgomento e preoccupazione l’abbattimento del Ponte al Pino, col suo retaggio di guerra ricordato dal Generale Antonio Zarcone su La Nazione Firenze: lì si combatté infatti un’accanita battaglia nell’agosto 1944 in cui morirono quattro partigiani, il cui nome è ricordato sulla lapide apposta all’angolo di viale dei Mille. Fa comunque riflettere che a demolire quello stesso ponte la giunta Funaro sia determinata a riuscire là dove persino i genieri nazisti fallirono. Si dipana, peraltro, la coltre di palwashing che l’ha avvolta in questi ultimi tempi: La Repubblica Firenze, Corriere Fiorentino e La Nazione Firenze riportano il rifiuto della sindachessa di concedere la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese, come proposto dal consigliere Palagi (Sinistra Progetto Comune) e sicuramente desiderato anche da tanti che il PD ha fatto strumentalmente scendere in piazza nei mesi scorsi. (JCM)
In copertina: Copyright Fotocronache Germogli


