Il Monopoli Fiorentino: il caso dell’ex ospedale di Ognissanti, la Terza Torre e il desolante mercato dei beni pubblici

terza torre

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Il Governatore concederebbe la cessione dell’ex ospedale di Borgo Ognissanti solo in cambio dell’approvazione della “Terza Torre” a Novoli: la denuncia è quella di un “mercato vergognoso” di beni pubblici, nella mancanza di una vera visione per Firenze

 

Lo scenario desolante che si sta delineando attorno al destino dell’ex ospedale di Borgo Ognissanti (San Giovanni di Dio) e al progetto della cosiddetta “Terza Torre” di Novoli non è altro che l’ennesimo riflesso di un governo cittadino sempre più autoreferenziale, in cui le trattative tra la Regione e il Comune avvengono a porte chiuse e senza alcun coinvolgimento dei cittadini. Come riportato ieri da Repubblica, il piano per la cessione dell’immobile, che la sindaca Funaro dice ora di voler destinare a 500 alloggi a affitto calmierato, viene subordinato da Giani a una condizione: l’approvazione della costruzione della “Giani Tower”, il doppio grattacielo per uffici della Regione che il Governatore vuole costruire in Via di Novoli sulla voragine di un asilo comunale che in quasi vent’anni non ha mai visto la luce.

Il piano per la torre, che inizialmente prevedeva 14 piani, ora viene ridimensionato a 10-11 piani per venire incontro alle esigenze di Palazzo Vecchio. Tuttavia, la cessione dell’ex ospedale al Comune è legata a un’ulteriore condizione: niente permute con altri immobili e un accordo più ampio su altre proprietà della Regione in città. Funaro, da parte sua, cerca di mediare, ma il quadro che emerge è quello di una trattativa tra pochi attori, senza una reale visione per il futuro della città e senza coinvolgimento alcuno della cittadinanza, dei comitati, o dei quartieri.

Una critica a questo mercato delle vacche arriva da Alberto Di Cintio, architetto e presidente della Fondazione Italiana Bioarchitettura, che in una lettera aperta denuncia la situazione appena delineatasi con parole durissime:

“Firenze è sempre più fuori controllo: governatore e sindaca si parlano attraverso i giornali, mentre consigli e partiti (figurarsi la cittadinanza) assistono scavalcati e impotenti. Non c’è progetto, non c’è programma, men che meno una visione di città.”

L’ex ospedale San Giovanni di Dio, con i suoi 9.000 metri quadrati di superficie, può rappresentare infatti una risorsa cruciale per la città, e la sua gestione dovrebbe essere affidata a un progetto più ampio, che non si limiti al soddisfacimento degli interessi politici di pochi. Come evidenziato anche dai comitati cittadini che contestano la sistematica trasformazione di edifici storici in strutture ricettive di lusso, la città ha bisogno di un piano urbanistico trasparente, che consideri innanzitutto le esigenze dei fiorentini. La critica di Di Cintio non si concentra soltanto sulla gestione dell’ex ospedale, ma sull’intero approccio urbanistico che Firenze sta vivendo in questa era Giani/Funaro:

“Una trattativa buttata lì, uno scambio immorale di immobili pubblici, un mercato meschino e vergognoso di beni comuni. Ma davvero due sole persone, per quanto elette ma fuori controllo, possono decidere senza colpo ferire il destino di Firenze? Vanno a braccio, con trattative personali, del tutto fuori dalle regole: un risiko folle, un monopoli fiorentino desolante e avvilente.

La critica sollevata da Di Cintio è condivisa da molti cittadini e comitati fiorentini che si stanno opponendo alla speculazione incontrollata su aree sempre più vaste della città. La “Giani Tower”, con la sua presenza ingombrante e la sua forma brutalista, diventa il simbolo di una politica che non è più al servizio dei cittadini ma dell’autorefenzialità politica. Un simbolo di potere più che un hub funzionale, destinato a cambiare il volto della città senza alcun dibattito pubblico, ma anche senza alcuna reale compensazione sociale. La denuncia riguarda anche il progetto stesso della Torre di Novoli, che LFCV ha più volte approfondito con un FOCUS in 4 episodi.

È ormai imperativo che Firenze si svegli dal lungo torpore amministrativo e avvii una riflessione collettiva sul suo futuro, una riflessione che non può più essere delegata a pochi eletti, ma che coinvolga profondamente la sua comunità. I cittadini non possono più restare passivi spettatori di decisioni che segneranno irreversibilmente il loro destino. La città ha urgente bisogno di ritrovare una visione che nasca dal dialogo e dalla partecipazione, non da un continuo gioco di potere in cui il patrimonio pubblico viene sacrificato sull’altare degli interessi politici e privati. È tempo che la politica abbandoni la logica mercantile che ne ha segnato il passo finora e riscopra una progettualità che rispetti e valorizzi la ricchezza storica, sociale e ambientale di Firenze, restituendo finalmente alla cittadinanza il controllo del proprio futuro.

Foto Copertina: © Ipostudio architetti srl

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