Una sala gremita, e tante voci diverse unite da una visione comune e un messaggio chiaro: la Toscana delle liste civiche vuole far sentire la sua voce. È questo lo spirito che ha animato il terzo incontro de L’Altra Toscana, la rete di amministratori locali e realtà civiche coordinata dal sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro, che si è svolto oggi nella sala convegni dell’Hilton Florence Metropole a Firenze.
A partire dalle 9:30, si è tenuta una mattinata intensa di confronto e dialogo, culminata nella presentazione ufficiale del manifesto programmatico della rete, che si propone come una piattaforma condivisa per affrontare le sfide della Regione in modo nuovo e partecipato. “L’Altra Toscana – il tempo del civismo è adesso”: è questo il titolo dell’incontro, che ha segnato un passo avanti importante nella costruzione di un progetto politico alternativo ai tradizionali schieramenti, che punta anche a riportare al centro del dibattito politico regionale quei territori spesso trascurati, con l’obiettivo di costruire una Toscana più equa, policentrica e realmente partecipata.
L’evento si è aperto con i saluti istituzionali di Serena Bavuso, assessore all’ ambiente e territorio di Lamporecchio, Alessandro Polcri, presidente della Provincia di Arezzo e sindaco di Anghiari, e David Saisi, sindaco di Gallicano. A seguire, la presentazione del manifesto è stata affidata a cinque esponenti di spicco del civismo toscano: Giovanni Bellosi (Scandicci Civica), Claudio Lucii (Vivi Poggibonsi), Mauro Vaiani (Ora Toscana – Civici di Prato), Renzo Luchi (Cittadini per Fiesole) e Francesco Carbini (Liste Civiche Sangiovannesi). A moderare il dibattito, Federico D’Anniballe (CambiAmo Ponsacco) e Anna Ravoni, già sindaca di Fiesole, che hanno guidato gli interventi con equilibrio e spirito costruttivo. Ha concluso i lavori il sindaco e coordinatore de l’Altra Toscana, Giorgio Del Ghingaro.
Francesca Marrazza, la cui lista civica Ribella Firenze ha partecipato alla costituzione di questa rete fin dall’inizio, quando a luglio 2024 – finite le tornate elettorali – ci fu il primo incontro degli Stati Generali del civismo, ha dichiarato: “Questa è una rete di cittadini civici e liberi, che non vivono della politica, ma si sono dedicati al civismo accanto alle loro professioni, vuoi che fossero dediti al volontariato o all’associazionismo dei comitati. Il fatto di essere persone che lavorano e non vivono di politica ci rende orgogliosi e ci fa capire che possiamo essere più liberi dai gioghi (e dai giochi) della politica.”
E’ stato distribuito ai partecipanti il Manifesto Politico del Civismo in Toscana, frutto del lavoro delle tante realtà aderenti al progetto. Articolato in sei punti, il documento delinea una proposta chiara e strutturata per il futuro della Regione partendo da una consapevolezza: i modelli politici tradizionali, basati su appartenenze rigide e su una gestione distante, hanno esaurito la loro spinta. In questo vuoto si afferma il civismo come “nuova grammatica” della politica, non come bandiera ma come metodo concreto e partecipato. Un approccio che nasce dal basso, dai territori, e che si fonda su esperienze già collaudate. Secondo il documento, il civismo è una forma di partecipazione che governa, in grado di affrontare crisi complesse e generare rinascita attraverso amministrazioni capaci, oneste e responsabili.
Uno dei passaggi centrali del manifesto è l’invito al “protagonismo dei territori”. L’Altra Toscana intende passare da una Regione che subisce decisioni dall’alto a una Regione che propone, costruisce, e partecipa. Città medie, aree interne, borghi e periferie: l’intera Toscana, secondo la rete civica, può diventare protagonista del proprio destino. Questo protagonismo si traduce anche in una visione della politica come infrastruttura democratica, dove il civismo organizza reti, attiva competenze collettive e mette in comune le buone pratiche per generare un progetto regionale forte e credibile.
Nel manifesto sono elencate le priorità su cui L’Altra Toscana intende impegnarsi:
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Sanità pubblica e territoriale: più accessibilità, meno attese, prevenzione e cura come diritti fondamentali.
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Rigenerazione urbana e delle aree marginali: investimenti pubblici partecipati e attenzione alle periferie.
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Tutela dei beni comuni: acqua, suolo, paesaggio e cultura visti come responsabilità condivise.
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Lavoro dignitoso e impresa diffusa: sostegno all’innovazione, all’economia locale e a chi crea occupazione.
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Innovazione sostenibile: tecnologia al servizio dell’ambiente, dei giovani e dell’efficienza amministrativa.
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Trasporto pubblico accessibile in tutta la regione, anche nelle aree meno servite.
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Tutela diffusa del territorio toscano, valorizzando ogni area senza creare territori di serie A e di serie B.
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Partecipazione aperta e continua, con amministrazioni capaci di ascoltare e dialogare.
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Sicurezza sociale e coesione, con servizi di prossimità e comunità forti.
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Scuola, cultura e giovani, per promuovere la formazione civica e spazi pubblici partecipati.
Uno dei punti fondamentali del manifesto è l’idea che il civismo non sia solo un insieme di contenuti, ma prima di tutto un metodo: partecipato, trasparente, leggibile, condiviso. Un metodo in cui ogni decisione è comprensibile e ogni risultato è misurabile. Nelle battute finali, il manifesto lancia un messaggio forte: L’Altra Toscana esiste già, in quei territori dove si amministra con cura e ascolto, dove le comunità si rimboccano le maniche.