Bambagioni, Schmidt, Sabatini: “Perché non si è scelto di fare nuovo bando aumentando il canone, come fatto recentemente a Bologna?”
“Rendere più trasparenti le procedure di assegnazione e di rinnovo dei canoni di locazione dei beni pubblici di proprietà comunale, soprattutto quando impiegati per uso commerciale” e “adeguare il canone di locazione pagato attualmente dalla Mercato Centrale Firenze srl alle cifre di mercato”. È quanto chiedeva alla sindaca Funaro e alla sua giunta la Lista civica Eike Schmidt, attraverso un ordine del giorno presentato ieri in aula collegato al Documento unico di programmazione. “Giova ricordare – spiegano Paolo Bambagioni, Eike Schmidt e Massimo Sabatini – che il rinnovo della concessione di quello spazio, per ben 7 anni, a favore della società è avvenuto con delibera di Giunta il 1° agosto 2024, in piena estate, mantenendo tuttavia il canone fissato nel 2009 invariato (circa 140 mila euro all’anno) per i 2680 metri quadri”.
“Già nei mesi scorsi il caso del Mercato Centrale è emerso prepotentemente nel dibattito pubblico fiorentino alla luce della palese sproporzione tra quanto si paga normalmente sul mercato e quanto attualmente paga la società concessionaria, ma anche tra quanto si paga di canone al piano di sopra e al piano di sotto”, aggiungono i consiglieri di minoranza.
“La maggioranza in consiglio comunale ieri ha respinto il nostro atto senza però che nessuno si sia alzato a motivare il rigetto, segno evidente che questa vicenda crea imbarazzi anche tra la fila della maggioranza. Anche perché sono noti i rapporti tra l’ex Sindaco e l’attuale Sindaca con alcuni soci del Mercato Centrale, che, tra le altre cose, sono anche proprietari di Palazzo Borghese dove l’ex Sindaco ha il suo ufficio da parlamentare europeo e la Sindaca ha la sede della società di psicoterapia di cui è socia”, ricordano.
“Nel caso del tutto analogo del Mercato Centrale a Bologna, nei giorni scorsi, alla scadenza della concessione dello spazio pubblico per il Mercato centrale, è stato fatto un nuovo bando, aumentando il canone di locazione richiesto, essendo ormai ammortizzati gli investimenti fatti, con prelazione all’uscente ma aprendo a tutti la possibilità di offrire di più e competere per gestire quello spazio. Perché a Firenze non si è voluto fare altrettanto, ma si è scelto di introitare meno risorse che potevano essere investite in servizi per i cittadini, favorendo sempre i medesimi? E perché – si domandano – era così urgente portare questo atto alla terza seduta di giunta in pieno agosto, senza poi neppure comunicarlo all’esterno? La nostra critica politica su questa gestione poco trasparente del patrimonio pubblico non ha trovato risposte ieri in quell’aula. Altri silenzi democratici di una gestione della cosa pubblica tutt’altro che plurale”.
In copertina: copyright Fotocronache Germogli