Uno sguardo sulla scena artistica fiorentina raccontato attraverso la voce di un’artista di oggi
Con questa intervista inauguriamo una nuova rubrica dedicata all’arte contemporanea a Firenze e in Toscana, un percorso di incontri con artisti affermati che contribuiscono a mantenere viva la tradizione creativa della regione. L’obiettivo è esplorare la visione e la sensibilità di chi, attraverso linguaggi diversi, dialoga con la storia artistica locale e affronta le sfide del presente.
Tra gli artisti che operano in questo contesto si distingue Maudie Brady, 51 anni, scultrice australiana e docente alla Florence Academy of Art, che ha scelto Firenze come luogo di vita e di ricerca. La sua pratica unisce rigore tecnico e profondità umana, rendendola l’avvio ideale di questa rubrica.
La sua pratica unisce rigore tecnico e riflessione interiore. Lavora con marmo, bronzo e argilla, esplorando temi legati alla vulnerabilità, alla memoria e all’identità. Nel 2022 ha realizzato il busto in marmo di Ada Lovelace per la Long Room del Trinity College Dublin, una commissione che ha portato per la prima volta figure femminili nella storica galleria di busti maschili.
L’ho incontrata nel suo studio fiorentino per parlare del suo lavoro, del rapporto con Firenze e del ruolo dello scultore oggi.
Quando le chiedo quale sia l’opera più significativa del suo percorso, Brady sorridendo:
«Se penso a un’opera che amo di un altro artista, direi Ugolino e i suoi figli di Carpeaux, un capolavoro che unisce dramma e sensibilità plastica. Tra le mie, invece, scelgo Forsaken Son, che rilegge il mito del Minotauro come riflessione sulla mascolinità ferita, quella che nasce da padri assenti o violenti».
Per lei la scultura è un confronto costante con la materia: «Ogni blocco di marmo è una sfida, un dialogo con qualcosa che ancora non esiste. Devi togliere, capire, scoprire».
Le chiedo di descrivere Firenze con una sola parola.
«Umiltà», risponde. «Le opere che ti circondano qui ti riportano alla realtà. Ti ricordano quanto ancora puoi crescere. Molti dei capolavori che ammiri sono stati realizzati da artisti giovanissimi, con una maestria incredibile. È una città che ti obbliga all’onestà, e che ti fa misurare con standard altissimi».
Per Brady non è un limite, ma uno stimolo: un continuo invito a migliorarsi e a rimanere autentici.
Tra le esperienze più importanti della sua carriera cita proprio il progetto per il Trinity College Dublin.
«Lavorare sul busto di Ada Lovelace è stato un momento speciale. Rappresentare una figura femminile pioniera della scienza in un contesto tradizionalmente maschile è stato significativo sia sul piano simbolico che personale. È stato anche un modo per riflettere su come la scultura possa ancora avere un ruolo sociale e culturale concreto».
Come docente alla Florence Academy of Art, Brady dedica grande attenzione alla formazione tecnica dei suoi studenti.
«Le idee contano, ma devono poggiare su solide basi. All’Accademia si lavora quotidianamente sul modello dal vivo, si impara a vedere davvero. È un metodo intenso, ma necessario se si vuole comprendere la forma in modo profondo».
Rispetto alle scuole generaliste, spiega, «qui lo studio della figura è centrale, e la qualità del lavoro che ne deriva è più alta proprio per la dedizione richiesta. È un approccio che unisce artigianato e pensiero».
Parlando dei giovani scultori di oggi, Maudie è estremamente diretta:
«Serve impegno. È facile farsi attrarre da ciò che è di tendenza, ma la vera arte richiede tempo, fatica e coerenza. Imparare a vedere, a comporre, a costruire: sono queste le basi che permettono a un’idea di durare».
Il suo consiglio agli studenti è semplice ma esigente: «Non abbiate fretta. La solidità di un artista nasce dalla pazienza, non dall’istante».
Oggi Maudie lavora anche nel suo studio privato fiorentino, dove alterna l’insegnamento alla produzione personale.
«Avere un mio spazio mi ha dato libertà e concentrazione», racconta. «Sto ampliando i progetti e le collaborazioni, cercando di dare continuità a un percorso che unisca lavoro pubblico e ricerca personale».
Guardando le sue opere, è chiaro che per lei la scultura non è solo mestiere o estetica, ma un modo di pensare: una forma di conoscenza lenta, concreta e sincera.
Breve Biografia dell’Artista:
Maudie Brady (n. 1974, Australia) è una scultrice contemporanea di rilievo internazionale e docente alla Florence Academy of Art, dove è anche membro del consiglio di direzione. La sua pratica artistica si concentra sulla figura umana, esplorando come posa, gesto e presenza possano evocare complessità psicologica e tensioni interiori. Le sue opere, realizzate principalmente in marmo, bronzo e argilla, affrontano temi di trasformazione, identità e percezione, con l’obiettivo di creare un dialogo emotivo e universale con lo spettatore.
Brady è membro della Society of Portrait Sculptors (SPS) e ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, con opere presenti in collezioni museali e pubbliche. Tra i suoi lavori più noti, il busto di Ada Lovelace per la Long Room della Old Library del Trinity College Dublin (2023), commissione storica che ha introdotto figure femminili nella collezione tradizionalmente maschile. Altre opere di rilievo includono Being, Avatar, Red Star, Muninn’s Fate e Sauvage, esposte in musei e gallerie in Europa, Stati Uniti e Australia.
Prima di dedicarsi completamente alla scultura, Brady ha lavorato per oltre 15 anni come freelance nell’industria cinematografica e televisiva, contribuendo a grandi produzioni internazionali come Star Wars: Episode IX, Thor: Ragnarok, Pirates of the Caribbean 5 e The Hobbit Trilogy, specializzandosi nella modellazione, scultura e creazione di creature e prostetiche.
Oltre alla produzione artistica, Brady ha partecipato come giurata a importanti concorsi internazionali, tra cui Figurativas e l’Art Renewal Center Salon, ed è stata protagonista di numerose esposizioni collettive e personali, comparendo su pubblicazioni di rilievo internazionale.
Fonte: Sito dell’Artista


