Oggi un lettore ci informa di nuovi graffiti apparsi sulle spallette del Lungarno della Zecca Vecchia. Scritte tracciate con vernice spray, in bella vista sui mattoni e sulla pietra.
La Nazione racconta degli enormi costi pubblici e privati che lievitano di decine di milioni l’anno per ripulire le superfici imbrattate nelle grandi città italiane, inclusa Firenze. Centinaia di graffi devono essere rimossi ogni anno, ma i graffitari seriali raramente incontrano la denuncia.
Eppure gli strumenti ci sarebbero. La modifica dell’articolo 639 del Codice Penale, approvata con la Legge 22 gennaio 2024, n. 6, rafforza le sanzioni per chi deturpa o imbratta beni culturali o architettonici, con pene fino a un anno di reclusione e a sanzioni fino a 3.000 euro, se il danno è su edifici vincolati o di valore storico. Inoltre, viene introdotto l’obbligo per il responsabile di ripristinare a proprie spese lo stato originario del bene. A questa si è affiancato un provvedimento ancora più severo del 2023: il Decreto-legge per la tutela dei beni culturali, voluto dal Ministero della Cultura. Questo decreto prevede multe fino a 60.000 euro per chi danneggia monumenti, edifici storici o opere d’arte con scritte, liquidi, pitture o altri atti vandalici. In alcuni casi il giudice può anche imporre un divieto di avvicinamento ai luoghi colpiti, come misura cautelare.
Firenze non può continuare a tollerare il degrado silenziosamente, lasciando che chi sporca agisca indisturbato.
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