I lettori ci segnalano l’ennesimo abbattimento di alberi sani e secolari: questa volta tocca a Piazza Beccaria, angolo viale Mazzini, dove è stato segato un maestoso leccio di circa cent’anni. Un gigante silenzioso, testimone di un secolo di storia, crollato come troppi altri sotto i colpi delle motoseghe nell’ambito dei cantieri per la futura linea tramviaria verso Bagno a Ripoli.
L’episodio si aggiunge a quanto già accaduto pochi giorni fa, mercoledì 7 maggio 2025, quando sono iniziati i lavori di abbattimento di altri alberi lungo viale Matteotti. Anche lì, gli interventi rientrano nel medesimo progetto di ampliamento tranviario, che prevede una nuova sede di 600 metri tra via Fra’ Bartolommeo e piazza Donatello. Sessantasei settimane di lavori. Ma quanto tempo servirà per rimpiazzare alberi che hanno impiegato decenni, quando non secoli, per crescere?
A livello complessivo, considerando tutte le linee tramviarie in progetto — Libertà–Bagno a Ripoli, Leopolda–Piagge e Piagge–Campi Bisenzio — una risposta fornita nel 2023 dall’allora assessore alla mobilità del Comune di Firenze, Stefano Giorgetti, in seguito a un’interrogazione del gruppo consiliare Sinistra Progetto Comune, chiarì che la realizzazione delle nuove linee tramviarie comporterà l’abbattimento di circa 1.150 alberi. Di questi, circa 200 saranno quelli rimossi lungo il tracciato della linea per Bagno a Ripoli, e oltre 400 sulla tratta Libertà-Rovezzano.
Purtroppo, non c’è pace per Firenze. La rimozione di alberi maturi, spesso in piena salute, non è solo un colpo al cuore di chi ama questa città, ma rende ancora più critico il problema delle isole di calore che affligge la città. Proprio mentre Firenze affronta estati sempre più torride, la città si scopre ogni giorno più spoglia e più vulnerabile. Non a caso, nel più recente indice di vivibilità climatica 2025 stilato dal Sole 24 Ore, Firenze si piazza al 78esimo posto su 107 province.