Sul punto della trasparenza anche Del Re: “Connessioni tra la sindaca e il precedente sindaco con i diversi locali del gruppo, dove si sono tenuti anche eventi elettorali e cene di finanziamento per Funaro e Nardella”.
Sulla vicenda della proroga – senza gara – della concessione per il Mercato Centrale, dopo l’intervento di Giovanni Gandolfo (Fratelli d’Italia), prendono posizione anche Firenze Democratica e Sinistra Progetto Comune.
“Apprendiamo da La Nazione che la Giunta Funaro, appena insediata, nella seduta del 1 agosto del 2024, anziché preoccuparsi delle tante priorità che interessano la nostra città e delle quali avevamo da poco dibattuto nella scorsa campagna elettorale, ha portato in giunta una delibera con cui ha scelto di prorogare di ulteriori 7 anni (ovvero fino al 2035) la concessione in capo alla Società Mercato Centrale Holding s.r.l. (gruppo Human Company) che doveva restare in vigore fino al 2028″, affermano la capogruppo di Firenze Democratica, Cecilia Del Re, e Leonardo Calistri, presidente di Firenze Democratica.
“La scelta, oltre che discutibile dal punto di vista giuridico – rimarcano Del Re e Calistri –, è grave dal punto di vista politico perché si è decisa una proroga di quasi il 50% della durata della concessione mantenendo lo stesso canone del 2013 (140 mila euro all’anno), canone che, all’epoca, teneva però conto dell’investimento da realizzare al piano superiore del Mercato centrale”.
“Ora che il Mercato è stato completamente realizzato, e l’investimento ammortizzato, e frutta al concessionario oltre 2 milioni di euro all’anno (secondo i dati 2023 riportati oggi da La Nazione), scegliere di prorogare in modo così ampio la concessione alle stesse condizioni del 2013, senza una procedura di gara, solo in cambio di due nuovi montacarichi, equivale a rinunciare ai maggiori proventi che una nuova concessione avrebbe portato in dote al Comune. La stessa società paga per gli spazi dentro le stazioni di Roma e Milano circa 1 milione di euro all’anno (dieci volte più di quanto paga a Firenze, come riportato ancora da La Nazione)”.
Secondo gli esponenti di Firenze Democratica, “i maggiori proventi per questo ampio spazio (in pieno centro storico) potevano essere utilizzati, ad esempio, per fare investimenti sui servizi sociali, per gli asili nido, per i centri estivi, o per altri servizi di manutenzione e cura della città che sono certamente prioritari per i cittadini. A fronte di tutto ciò, ci pare dunque che la scelta agostana della Sindaca e della giunta sia stata quella di un Robin Hood al contrario. È stato tolto a molti per dare a pochi, che però pesano molto in città”.
“Anche l’urgenza di approvare questa delibera non è comprensibile, e riteniamo grave averla portata alla seconda o terza giunta, non dando così neppure modo al nuovo assessore al patrimonio di comprendere a pieno – immaginiamo – l’assai delicata questione”, sottolineano.
“Delicata, infatti, non solo per le questioni giuridiche e politiche sopra indicate, ma anche per le connessioni tra la sindaca e il precedente sindaco con i diversi locali del gruppo, nei quali sovente si sono tenuti anche eventi elettorali e cene di finanziamento a sostegno delle associazioni di Nardella e Funaro (come rinvenibile anche dalla lettura di articoli di giornale degli ultimi anni). Una scelta, pertanto, anche del tutto inopportuna anche per le modalità e i tempi in cui è stata presa”, concludono Del Re e Calistri.
Palagi pronto a presentare interrogazioni
Per il consigliere comunale di Sinistra Progetto Comune, Dmitrij Palagi, invece, si ripropone “la necessità di una riflessione sul rapporto tra pubblico e privato”. “L’area di San Lorenzo, da anni, chiede di avere attenzione, per tutta la zona. Chi coinvolgere nella discussione? La residenza, chi ha i banchi, le attività economiche presenti nelle strade, chi lavora nell’area coperta al piano terreno e chi gestisce il primo piano. Se un bene è di proprietà del Comune, occorre che gli interventi straordinari siano programmati, elaborati e sostenuti da Palazzo Vecchio. Se poi si vuole verificare la possibilità di coprire le spese in formule diverse dall’indebitamento, occorre aprire un confronto sull’effettiva portata di un eventuale risparmio. Proveremo a ricostruire i vari rapporti che esistono tra Mercato Centrale e Amministrazione, con accessi agli atti e con un’interrogazione proporremo alla Giunta di fornire un quadro complessivo dei canoni richiesti a fronte dei lavori dei locatari. Ci preoccupa molto che mentre il resto della zona rimane senza risposte, ci sia chi si ritrova ad avere un ascolto così diverso da altri soggetti ugualmente impegnati sul territorio con il loro lavoro”.
In copertina: copyright Fotocronache Germogli