Lo stadio comunale sventrato e la squadra verso un centenario di serie B, i cantieri sono a un punto morto e cresce solo la desertificazione del tessuto artigiano e industriale – nel silenzio colpevole delle categorie economiche senza economia -, le speculazioni martellano il centro storico, la rendita si moltiplica e i potenti di Sodoma-Firenze hanno una fame che non trova sazietà. Il disfacimento è prossimo al nadir e la degenerazione delle istituzioni, della morale, dell’estetica sta per raggiungere l’apice. Chi è nei posti del comando si trincera, comanda e non rende più conto delle sue azioni, parla una lingua volutamente incomprensibile; chi vive nell’arcipelago del potere fa incetta di prebende. Il linguaggio orwelliano tocca il suo zenit: mentre si parla di cultura diffusa, si aumentano i prezzi dei biglietti dei musei civici; si macellano alberi – l’albericidio sfregia le piazze e i bei viali – e si parla con naturalezza di politiche green. La risalita, della Fiorentina come anima della città e della città stessa, richiederà tempo e impegno, coraggio e sacrificio, merito e compassione. Lo sfacelo non è ancora finito, per almeno un altro anno andrà di male in peggio, verso lo zenit della dissoluzione, ma finirà. Iniziano a nascere iniziative nuove. Cittadini di buona volontà si organizzano e rifiutano il linguaggio del falso e la mendacità del dominio; a un certo punto agiranno in opposizione al potere e così facendo lo disattiveranno. Loro saranno i costruttori di una nuova Civitas dopo il cataclisma di Sodoma-Firenze. Perfino le chiese, desolatamente vuote, torneranno a riempirsi; le persone, tornando a incontrarsi in piazza, creeranno le condizioni per una vera sicurezza. Tornerà il Vero, dunque il Bello. Prima o poi, questo triste inverno che sembra senza fine finirà.
In copertina: copyright Fotocronache Germogli
