A sottoscrivere la lettera i quattro capilista di “È Ora!” nei collegi di Firenze e Provincia, Lorenzo Bosi, Franco Banchi, Gaetano Cioffi, Manola Aiazzi.
“Ci impegniamo a difendere e a promuovere la vita umana, sempre. Le politiche della giunta uscente rappresentano una grave minaccia alla vita. Serve una reazione decisa e una ferma risposta anche nelle urne. L’esempio più eclatante è l’approvazione della legge sul cosiddetto ‘fine vita’, la prima in Italia – un primato di cui non vantarsi –, che mina alla radice la nostra visione antropologica non soltanto cristiana, ma anche naturale”.
Questo uno dei passaggi salienti di una lettera, sottoscritta dai quattro capilista della Lista civica “È Ora!” per Tomasi presidente, Lorenzo Bosi (Firenze 1), Franco Banchi (Firenze 2), Gaetano Cioffi (Firenze 3) e Manola Aiazzi (Firenze 4), inviata al mondo cattolico.
I firmatari ribadiscono “la centralità della persona e della comunità”, per una “sussidiarietà orizzontale, antitetica al protagonismo non razionale della regione”. “L’attuale amministrazione regionale – si legge nel testo – non si permetta di fare, con mentalità di controllo e di orientamento del consenso, ciò che la base nei territori può svolgere con migliore qualità e risparmio economico”.
Bosi, Banchi, Cioffi e Aiazzi si impegnano, inoltre, a favorire “la compresenza di scuola pubblica e paritaria, entrambe riconosciute dalla Costituzione, portatrici di grande ricchezza culturale”. “La scuola paritaria dovrebbe essere accolta e sostenuta come la scuola pubblica statale, in ogni sua componente”, aggiungono.
Infine, il nucleo familiare, che dovrebbe tornare a essere centrale nelle politiche di welfare. “La famiglia deve essere al centro della società toscana, sia come culla della vita che come strumento educativo insostituibile, rimodulando tasse e prestazioni – sottolineano gli esponenti civici –. Alle famiglie con anziani da accudire deve essere permesso, con opportuni sostegni ed incentivi economici, di poter lasciare gli anziani nella loro casa, evitando così la dispersione nelle residenze sanitarie assistite, molto costose e anonime, in cui gli anziani perdono spesso il loro legame con la famiglia e la casa in cui hanno sempre vissuto. In sostanza, i servizi assistenziali e sanitari verso i più fragili sono da ripensare in funzione dei valori familiari”.