No alla ‘morte di Stato’: anche professionisti sanitari alla manifestazione contro la legge sul fine vita

foto nadia fondelli

Una folla numerosa, proveniente anche da fuori regione, si è radunata il 9 aprile davanti alla sede del Consiglio Regionale della Toscana in via Cavour, per manifestare contro la recente approvazione della Legge sul Fine Vita, promossa da PD, AVS, IV e MS5 toscani e aspramente osteggiata da rappresentanti del mondo cattolico e da Lega, FI e FdI. L’iniziativa è stata organizzata da Pro Vita & Famiglia Onlus e Firenze Vera. Al presidio erano presenti anche medici impegnati nella difesa della dignità del paziente e nel promuovere un maggiore sostegno alle cure palliative.

“La norma sul suicidio medicalmente assistito è barbara e disumana” – ha dichiarato Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia – “perché spingerà alla ‘morte di Stato’ migliaia di malati, fragili, anziani, persone sole ed emarginate che si sentiranno un “peso” per i familiari e la società”. Brandi ha inoltre denunciato l’incostituzionalità della norma: “ci aspettiamo che il Governo la impugni al più presto ricorrendo alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, come chiedono anche numerosi cittadini sottoscrittori della nostra Petizione popolare che ha superato le 26.000 firme e che consegneremo presto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.”

Non è mancata una dura critica alla politica regionale: “Non dimentichiamo – ha aggiunto – che il PD ha presentato un vergognoso emendamento, sempre in Toscana, per sottrarre ben 30.000 euro al fondo disabilità e destinarli proprio al suicidio medicamente assistito. Cosa altro serve per capire che questa è una vera e propria cultura della morte sbandierata alla luce del sole?”.

Durante il presidio è intervenuto anche Andrea Asciuti, leader di Firenze Vera, che ha voluto ricorda Eleonora Giorgi, recentemente scomparsa, una donna che, “pur non essendo credente, ha lasciato un grande insegnamento: che la vita va vissuta fino in fondo, in ogni momento”. È proprio questo il cuore della questione: il diritto alla cura non può essere messo in discussione. Come recitavano alcuni cartelli presenti in piazza, “essere un malato inguaribile non significa essere un malato incurabile”.

Poco prima della sua scomparsa, Eleonora Giorgi aveva commosso molti raccontando, in diverse interviste, come l’anno della malattia fosse stato, nonostante tutto, il periodo più straordinario della sua vita, per l’intensità dei sentimenti ricevuti dai suoi cari e dalla famiglia. Anche nel dolore, Eleonora aveva saputo cogliere la bellezza della vicinanza umana e l’importanza del tempo vissuto. Con parole semplici ma profonde, aveva invitato tutti a non sprecare nemmeno un giorno, ricordando che “ogni giorno è un regalo”.