Di Paolo Ermini
Un sabato fiorentino da (non) dimenticare:
1) Strage di alberi sul Lungarno per fare posto alla inutile tramvia per Bagno a Ripoli. E pare che di alcuni abbattimenti non ci fosse neppure necessità. Su Fb c’è il video di un cittadino che inveisce. Gli hanno detto che le piante erano marce e lui, tronco dopo tronco, dimostra che era una falsità. La solita allegra brigata che guida Palazzo Vecchio ripete: pianteremo più alberi di quanti se ne tolgono. Già, ma sono alberelli. Che non fanno ombra ne’ danno fresco. E pensare che il penultimo capo brigata aveva persino lanciato l’idea di riempire di alberi piazza Signoria.
2) Ho letto con grande rammarico sul Corriere Fiorentino che Paola #Monticelli lascia Firenze e si trasferisce a Brescia. Paola è una giovane donna, colta e brillante, che ha collaborato per un po’ anche al giornale che io ho guidato a lungo. Una giornalista che nel tempo in cui gli editori non si erano trasformati in sanguisughe sarebbe stata contesa da tutte le maggiori testate. Ora invece fa la consulente social manager. Non era una fiorentina per nascita, ma per scelta. Adesso non lo sara’ più. “La città è diventata invivibile”, ha raccontato lei a Giulio Gori sempre sul Corriere. Caotica e respingente. A cominciare dagli affitti altissimi per immobili di bassissima qualità. Paola racconta che la sua casa era un piccolo buco da condividere con le blatte. E conclude così, più o meno: che senso ha vivere in una città bellissima ma facendoci una vita da schifo? E’ una storia personale, certo, ma comune a tanti giovani che vorrebbero studiare e poi lavorare a Firenze, ma che Firenze non vuole, tutta presa com’e’ ad accogliere il turismo più cialtrone e il lusso arroccato negli hotel a mille stelle e negli studentati costruiti per chi più ha. Ma niente, l’allegra brigata di Palazzo Vecchio e’ piu’ sensible alle sollecitazioni di tutte le rendite, grandi e piccole.
3) La vicenda di Paola Monticelli cade nei giorni in cui si è saputo del crollo del turismo nei mesi estivi. Vedremo che accadrà nei prossimi mesi. Ma il segnale è bello chiaro: forse si sta avverando con anticipo la profezia che una Firenze sempre più degradata, sconvolta dai cantieri e con servizi del tutto inefficienti alla fine non sarebbe piaciuta più a nessuno. Ma c’è dell’altro: i ristoratori strepitano accusando i turisti di mangiare un’insalata in due. Qualcuno provi a far loro capire che invece di abbaiare alla luna dovrebbero abbassare i prezzi e rimettere nelle cucine qualche cuoco vero, meglio se indigeno, soprattutto in quei locali che rivendicano la propria “toscanità”. Strizza strizza, il limone dei turismo e’ rimasto senza succo.
Pubblicato per concessione dell’autore
Foto: Copyright Fotocronache Germogli