Un’ipocrisia verde: la farsa di “Dona un albero” e la mattanza degli alberi di Firenze

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Il miraggio del greenwashing e la falsa equivalenza tra 2.600 arbusti piantati e 1.150 alberi decennali abbattuti

 

 

Di Roberto Vedovi

 

Mentre il Comune di Firenze, preso dall’improvviso entusiasmo natalizio, rilancia “Dona un albero” – 150 euro per un alberello con targhetta e dedica – la città assiste a una strage silenziosa: quasi 1.150 alberi adulti e sani saranno complessivamente abbattuti solo per le nuove linee tramviarie (Libertà–Bagno a Ripoli, Libertà-Rovezzano, Leopolda–Piagge, Piagge–Campi), cui si aggiungono centinaia di altri per cantieri sui lungarni, Ponte al Pino e manutenzioni varie. Pini, bagolari, tigli, lecci e platani secolari – veri polmoni della città – finiscono in segatura per fare spazio a binari e asfalto.
Il Comune sventola il “bilancio positivo”: 2.600 nuove piantine contro 1.150 abbattimenti. È una menzogna contabile. Un albero maturo assorbe 20-30 kg di CO₂ l’anno e mitiga le isole di calore subito; un arbusto di 2-3 metri ci mette 30-40 anni per rendere lo stesso servizio, sempre che sopravviva (e il 10-15% muore nei primi anni). Risultato: Firenze è passata al 78° posto su 107 province per vivibilità climatica nel 2025, con temperature estive che nei viali senza più ombra superano i 45 °C percepiti.
“Dona un albero” è l’insulto finale: 200 piante l’anno (lo 0,02% del patrimonio arboreo comunale) vendute a prezzo pieno ai cittadini, mentre il Comune ammette che i 150 euro non coprono nemmeno la metà del costo reale. Tradotto: fatevi carico voi di ciò che dovremmo fare noi con le tasse, e ringraziateci pure per il privilegio di mettere il vostro nome su una pianta che sostituirà (male e in ritardo) quelle che abbiamo appena segato. Non è politica del verde: è greenwashing di bassa lega.
Il Piano del Verde “Iris” approvato a marzo 2025 è rimasto lettera morta, il Regolamento del Verde non è stato aggiornato, la regola del 3-30-300 (tre alberi visibili da ogni finestra, 30% di copertura arborea, 300 metri dal parco) è stata ignorata, e i filari storici dei viali sono stati sacrificati senza alternative serie (basti pensare che soluzioni come tram su gomma o percorsi alternativi sono state scartate a priori). Comitati incatenati agli alberi, residenti in lacrime, associazioni ambientaliste che urlano “strage evitabile”: tutto inutile. L’amministrazione Funaro-Galgani ha scelto di far pagare ai cittadini due volte – prima con le tasse per le tramvie, poi con le donazioni per riparare i danni – mentre continua a spacciare cemento per sostenibilità.
Firenze non ha bisogno di gadget natalizi da 150 euro. Ha bisogno di un’amministrazione che smetta di abbattere alberi sani e investa milioni pubblici veri nella conservazione e nella forestazione netta, non nell’ennesima operazione di facciata che trasforma il lutto per un viale distrutto in un QR code sul tronco di un alberello.